Presentata a Roma nei giorni scorsi UniEat, l’associazione nata dalla collaborazione fra Confagricoltura e Unionfood. Lla nuova organizzazione avrebbe dovuto chiamarsi Mediterranea, ma la forte opposizione di Coldiretti e Filiera Italia ha portato, dopo un aspro dibattito nella scorsa primavera, a optare per un’altra denominazione, anche con la mediazione del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida.
Alla presidenza dell’organizzazione sarà Massimiliano Giansanti, vicepresidente sarà Paolo Barilla. Questa la dichiarazione congiunta: “UniEat è un’alleanza nata per rafforzare l’efficienza delle filiere, replicando e ampliando progetti di successo; stimolare la competitività attraverso la sostenibilità delle produzioni alimentari, l’efficientamento della rete logistica e dei sistemi di stoccaggio; valorizzare il modello mediterraneo con attività di informazione, promozione ed educazione alimentare; sostenere e collaborare con territori e comunità per creare valore condiviso; garantire prodotti sempre più salutari grazie alla ricerca e all’innovazione”.
Nell’occasione, Confagricoltura e Unione Italiana Food hanno presentato il nuovo progetto dedicato alla filiera del pomodoro da industria, realizzato in collaborazione con Value Groovers, spin off dell’Università della Tuscia. Il progetto ha l’obiettivo di avvicinare l’offerta del mondo agricolo con la domanda dell’industria, creando al contempo valore aggiunto e maggior efficienza per l’intera filiera produttiva.
“Questa prima esperienza sulla filiera del pomodoro – spiega Emanuele Blasi, professore di economia e politica agraria e agroalimentare presso il Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali – Università degli Studi della Tuscia – nasce sulla base di un’analisi ampia delle criticità con la filiera e sintetizza già un output che ha permesso l’avvio del co-design della progettualità pilota in linea con l’intesa tra le due associazioni per accompagnare percorsi di sviluppo definiti da più attori. L’iniziativa ha già raccolto delle manifestazioni d’interesse da parte di aziende agricole e industrie di prima trasformazione e, seppur in fase pre-campagna, osserverà non soltanto la coltura in campo ma anche la relazione commerciale all’interno della filiera. Il tutto con l’intento di identificare un modello che possa essere replicato in più contesti”.
A partire dall’estate 2024, il team di lavoro coordinato dal prof. Emanuele Blasi ha avviato una fase di confronto con parte agricola e industriale, agevolato la raccolta dei fabbisogni e la condivisione delle priorità di intervento funzionali a rendere la filiera del pomodoro da industria italiana sempre più coesa e competitiva, pronta a rispondere alle future sfide per il settore.
Gli elementi emersi dall’analisi hanno permesso l’avvio di nuove modalità gestione delle relazioni contrattuali e commerciali, facendo ricorso a nuove tecnologie, modelli di business e innovazioni organizzative. Durante la campagna 2025 un ricco portfolio di pratiche verrà testato da imprese agricole e industrie di prima e seconda trasformazione al fine di restituire indicazioni utili a garantire l’ottenimento di approvvigionamenti di produzioni di qualità e sostenibili, il cui valore aggiunto possa diventare patrimonio di tutte quelle imprese disposte ad investire per il consolidamento della filiera del pomodoro italiano, interessata oggi da una campagna complicata, sempre più condizionata dalle mutate e incerte condizioni climatiche e dalle pressioni dei mercati internazionali.
Tanto più rilevante è questa iniziativa considerando che con oltre 5 milioni di tonnellate, l’Italia, è il terzo produttore mondiale di pomodoro da industria, dopo California e Cina. Nel nostro paese si sono coltivati nel 2024 oltre 75mila ettari, per il 55% nel Nord Italia e per il 45% nel Centro-Sud. Le superfici sono in aumento (+10,80%), mentre la produzione è in flessione (-2,5%) sostanzialmente a causa della riduzione delle rese, che si può stimare in -12% tra il 2023 ed il 2024.
“Dove c’è collaborazione, dove c’è il Sistema Italia – dichiara Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste -, c’è senza dubbio possibilità di migliorare la capacità di espandersi sui mercati e garantire un’economia di scala sul processo produttivo per ripartire in maniera più equa il valore aggiunto che il Made in Italy offre. Ringrazio tutti quelli che quotidianamente lavorano con l’ambizione di rendere forte l’Italia in un mondo più equo e giusto nel quale il nostro Paese ha un ruolo storico d’avanguardia”.
L’iniziativa è stata presentata a Roma alla presenza di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e UniEat; Paolo Barilla, presidente di Unione Italiana Food e vicepresidente di UniEat; Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Nella foto da sinistra: Matteo Zoppas, presidente Agenzia ICE; Prof. Riccardo VALENTINI, ricercatore in ecologia e ruolo dei sistemi agroforestali nei cambiamenti climatici – Università degli Studi della Tuscia; Paolo Barilla, presidente di Unione Italiana Food e vicepresidente di UniEat; Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste; Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e UniEat; Prof. Emanuele BLASI, Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali – Università degli Studi della Tuscia)