L’Insalata dell’Orto, fatturato a 54 milioni: “Più MDD nel 2025”

di Mirko Aldinucci

Dopo aver superato i 50 milioni di euro nel 2023, L’Insalata dell’Orto continua nel suo percorso di crescita:  le previsioni di chiusura sul 2024 indicano un ulteriore incremento nell’ordine del 6-7%, che porterà il giro d’affari a circa 54 milioni. La prima parte dell’anno ha visto un trend d’aumento a doppia cifra, poi in autunno il mercato ha rallentato mentre nella parte finale dell’anno le performance sono state nuovamente brillanti. La dinamica complessiva è comunque positiva e consolida il buon lavoro fatto negli ultimi anni.

L’impresa veneta sviluppa il 67% del suo fatturato con la Marca del distributore, sia in Italia (65%) che all’estero (70%), dove la maggior parte dei volumi (66%) è rappresentato dalla produzione biologica.

Sfalciati e insalate adulte sono i due segmenti più rappresentativi: “In Italia sono cresciuti da gennaio a novembre del 12,5% a valore, mentre all’estero abbiamo registrato un vero e proprio exploit con le adulte (+40,5%) e una sostanziale stabilità con gli sfalciati”, sottolineano dall’azienda , guidata da Cinzia e Raffaella Busana, rispettivamente amministratore delegato e direttore generale, con Sara Menin project manager. “Le verdure pronte da cuocere sono un altro segmento con una dinamica positiva sia nel mercato interno che in chiave export: freschezza e livello di servizio sono driver trainanti, soprattutto per i minestroni e la zucca”.

Stabilimento di lavorazione de L’Insalata dell’Orto. In apertura, le sorelle Busana e Cinzia Menin alla convention Todis dello scorso ottobre

“Il nostro canale di riferimento è, sia in Italia che all’estero, la distribuzione moderna. Stiamo però sviluppando piccole nicchie, ad esempio il segmento industriale a cui indirizziamo ingredienti per le farciture delle pizze, oppure per la farcitura di paste ripiene. Inoltre presidiamo anche il canale Horeca, con formati dedicati, e una proposta specifica anche per i menù destinati alle crociere. Ma la GDO assorbe la quasi totalità delle nostre produzioni: anche quelle indirizzate ai mercati all’ingrosso servono poi piattaforme che a loro volta riforniscono la distribuzione moderna. L’export vale il 65% del nostro giro d’affari e la parte più rilevante del valore è generata da prodotti biologici. Le vendite oltre confine vedono in Germania e Austria le piazze principali”. 

“Le nostre produzioni a Residuo Zero nel corso del 2024 sono state scelte da catene distributive per gamme MDD dedicate”, aggiungono le sorelle Busana e Menin. “Un risultato che certifica l’interesse della distribuzione per questo segmento, su cui noi siamo stati precursori e su cui oggi possiamo vantare sei prodotti certificati. Crediamo nel Residuo Zero, nella grande sostenibilità e qualità che assicurano queste produzioni, e nel messaggio chiaro che arriva al consumatore”.

Dall’azienda veneta non nascondono che  “il mercato della IV Gamma da alcuni anni è alle prese con criticità strutturali, in cui l’aumento dei costi di produzione ha inciso sulle performance generali della categoria: grazie al completo controllo di filiera siamo riusciti a rimanere competitivi e a crescere. E proprio sul controllo di filiera continueremo a investire”. 

Innovazione sì, ma sempre con i piedi per terra: “Crediamo nella produzione tradizionale, con tutte le innovazioni agronomiche e di processo che la tecnologia ci mette oggi a disposizione, ma non pensiamo che ad oggi il vertical possa rappresentare un’alternativa. Riteniamo ci possa essere una segmentazione grazie all’innovazione di prodotto, comunicando i valori dei nostri prodotti, creando distintività con qualità e comunicazione, ma senza bisogno di avere modelli la cui sostenibilità economica è ancora lontana”.

Per quanto riguarda gli investimenti, nel corso del 2024 sono entrate in funzione nuove celle refrigerate: quattro strutture realizzate a supporto del nostro stabilimento di Mira per la lavorazione degli ortaggi a foglia, grazie al quale è incrementata la capacità di stoccaggio di insalate e radicchi con 6.000 metri cubi a disposizione. Inoltre è stato attivato un nuovo impianto fotovoltaico da 300 Kw, che si aggiunge ai 600 Kw già installati sulle coperture dello stabilimento. Sono inoltre stati realizzati 4 ettari di serre dedicati a sfalciati e fiori eduli.Nel 2025 L’Insalata dell’Orto lavorerà per incrementare la quota di mercato in Italia, presidiando maggiormente la MDD: non a caso Marca di gennaio è considerato un appuntamento strategico per impostare il lavoro in questa direzione. E partiranno i lavori di ampliamento dello stabilimento di lavorazione: “Sarà un cantiere importante e strategico, che consentirà di incrementare in maniera rilevante il potenziale produttivo e di introdurre nuove tecnologie nelle linee di lavorazione”, sottolineano le sorelle Busana. Il tutto sempre con un occhio di riguardo per la sostenibilità, “che è un faro della nostra attività: siamo state tra le prime imprese del settore a pubblicare un proprio bilancio di sostenibilità e nel 2025 è prevista la nuova pubblicazione del bilancio, in cui amplieremo le analisi sull’impatto sociale e territoriale dell’azienda. Sarà un lavoro importante, ma che restituirà una fotografia ancor più dettagliata del ruolo de L’Insalata dell’Orto e del nostro impegno per le persone, la società e l’ambiente”, concludono dall’azienda.

L’Insalata dell’Orto a Marca
L’Insalata dell’Orto si prepara alla 21esima edizione di Marca by BolognaFiere, dove sarà presente nell’area di MarcaFresh (Padiglione 29 – Stand C75). “La crescita della Marca del Distributore è cruciale per lo sviluppo della IV Gamma, per i volumi che muove e per la capacità di arrivare al consumatore”,  la riflessione di Sara Menin. “A ciò si aggiunge la forza di strutturare nuovi segmenti: la private label già da anni non si limita ad essere prodotto mainstream, ma sta orientando l’evoluzione della categoria verso una crescente segmentazione. E proprio la segmentazione, insieme all’introduzione di referenze capaci di rispondere sempre di più e sempre meglio alle esigenze dei consumatori, può contribuire a ridare slancio al comparto: servono quindi progetti di categoria e una collaborazione tra distributore e produttore che sia di lungo periodo”.

“Grazie al nostro completo controllo di filiera possiamo mettere in campo progetti su misura per la Gdo – prosegue Menin –. All’estero, per esempio, ci chiedono insalate abbinate ad erbe aromatiche, richiesta che siamo riusciti a soddisfare, mentre ormai da diversi anni produciamo insalate con fiori eduli, molto apprezzate sul mercato tedesco. Il completo controllo di filiera, oltre ad essere una garanzia sulla qualità della materia prima, si traduce in una grande flessibilità e capacità di personalizzazione: lavoriamo sia con insegne per cui produciamo una ventina di referenze, sia con discount che ne richiedono giusto un paio ma che hanno necessità di volumi importanti”.

“Sul mercato austriaco, tra le novità più recenti, proponiamo soluzioni pensate per il consumo fuoricasa con un’offerta premium Mdd, mentre in Italia abbiamo avviato collaborazioni che stanno valorizzando le produzioni IGP, dai radicchi veneti alla rucola della Piana del Sele: ci sono distributori che hanno fatto scelte coraggiose e lungimiranti, credendo in questi prodotti e le performance stanno dando loro ragione. Le verdure pronte da cuocere, come zucca, spinaci e minestrone, rappresentano un altro segmento interessante: stiamo lavorando per semplificarne e velocizzarne la cottura. Progetti e segmentazione sono fondamentali per crescere e la nostra filiera mette a disposizione delle insegne un ampio paniere di prodotti coltivati a lotta integrata, oppure biologici e a residuo zero. L’innovazione non si ferma e – conclude Sara Menin – pensando alle nuove referenze, anche Mdd, credo che le lattughe avranno una nuova vita in IV Gamma”.

mirko.aldinucci@freshcutnews.it

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