Nuovo scossone nel mondo delivery: Uber Eats lascia l’Italia. A comunicarlo la stessa azienda, che partendo da una cronistoria della propria presenza lungo lo Stivale ricorda come “il viaggio” italiano fosse iniziato nel 2016 da Milano.
“Nel corso di questi sette anni – spiega una nota – abbiamo raggiunto oltre 60 città in tutte le regioni italiane, lavorando con migliaia di ristoranti partner che hanno potuto beneficiare dei nostri servizi per ampliare la loro clientela e le loro opportunità di business, specie in periodi critici come quello dovuto al Covid. In questi sette anni migliaia di corrieri e delivery partner hanno avuto la possibilità di guadagnare attraverso la nostra app in modo facile e immediato. In questi anni, purtroppo, non siamo cresciuti in linea con le nostre aspettative per garantire un business sostenibile nel lungo periodo. Ecco perché oggi siamo tristi di annunciare che abbiamo preso la difficile decisione di interrompere le nostre operazioni di consegna di cibo in Italia tramite l’app Uber Eats”.
“Il nostro obiettivo principale è ora quello di fare il possibile per i nostri dipendenti (una cinquantina quelli che perderanno il posto) in conformità con le leggi vigenti, assicurando al contempo una transizione senza problemi per tutti i nostri ristoranti ed i corrieri che utilizzano la nostra piattaforma”, conclude la nota aziendale.
Nel 2020, in Italia, Uber Eats aveva subito il commissariamento per caporalato e sfruttamento dei rider, mentre nel 2021 e nel 2022 erano scattati i primi risarcimenti, prima di 10.000 euro a testa per 44 fattorini e poi di 5.000 euro a testa per altri 100.