Quello dei funghi è uno dei segmenti più interessanti per la IV Gamma. Dopo aver acquisito la prestigiosa certificazione “Residuo Zero”, ora la OP Consorzio funghi di Treviso ha deciso di entrare a fare parte dell’associazione “Zero Residui”, con l’obiettivo di favorire la diffusione proprio di questa attestazione volontaria. Si tratta di una certificazione rilasciata dall’ente CSQA ai prodotti che garantiscono l’abbattimento dei residui di fitofarmaci al di sotto del limite di misurabilità, pari a 0,01 mg/Kg.
Il residuo zero è la nuova frontiera della produzione agricola, che si sta orientando verso sistemi sempre più sostenibili. La scorsa primavera la OP veneta ha acquisito l’importante certificazione e ha creato un nome e un logo ad hoc per le referenze che vi aderiscono: “Zero Residui”. Quelli della OP trevigiana sono i primi funghi a Residuo zero certificati CSQA in Italia.
Avendo già intrapreso questa strada, ora la OP Consorzio Funghi di Treviso ha deciso di compiere un ulteriore passo, aderendo all’associazione “Zero Residui” in sinergia con Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità (LAIQ). L’intento è favorire la valorizzazione e diffusione della certificazione volontaria Residuo Zero e delle relative pratiche agronomiche, in linea con le strategie europee “Farm to Fork” e “Biodiversità”, a difesa della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale.
Al momento, a essere coinvolti nella linea “Zero Residui” sono Champignon Bianco, Champignon Crema e Portobello. Per assicurare una corretta identificazione dei prodotti senza residui, la OP ha adibito fungaie e stanze dedicate, perfettamente isolate e identificate. Inoltre, queste referenze vengono confezionate in momenti produttivi dedicati.