Nella nuova normalità del post-Covid una delle principali sfide della GDO sarà quella di “ritargettizzare” i consumatori di IV e V Gamma e proporre assortimenti in linea con le mutate esigenze di acquisto e i nuovi servizi legati alla multi-canalità. Il riferimento non va solo agli acquisti in negozio e all’e-commerce ma anche alle formule miste come il click&collect e il drive in.
Ce ne parla Carlo Alberto Buttarelli (nella foto), direttore dell’Ufficio Studi ‘Rapporti di Filiera’ di Federdistribuzione, associazione dei distributori italiani che è stata una dei firmatari dell’accordo appena chiuso con la parte agricola, in funzione del recepimento della direttiva UE sulle pratiche sleali.
“Se guardiamo al mondo retail nel 2020 – spiega Buttarelli – vediamo che è stato caratterizzato da momenti di forte pressione con corsa agli acquisti soprattutto nel primo lockdown e poi nell’autunno, e da momenti di ritorno ad una pseudo normalità nella fase estiva. Per la GDO è stato un anno di sforzi enormi rispetto al commercio non alimentare. Abbiamo capito che sono cambiate le abitudini di acquisto e di consumo. La scarsa mobilità e la rinascita dell’home cooking ha avvicinato i consumatori ai negozi di prossimità e agli acquisti di prodotti più basici. Questo ha penalizzato il settore di IV e V Gamma e in genere dei prodotti freschissimi ad alto contenuto di servizio”.
Al rinnovo dei contratti, una parte (sia pure piccola) dei retailer sta chiudendo un occhio sulla forte sofferenza dei produttori di IV Gamma. Cosa ne pensa?
“Penso che bisogna usare i termini con parsimonia. Parlare di inflazione mi sembra forse eccessivo. Noi rispettiamo e siamo vicini al mondo produttivo e siamo anche molto attenti al campo che, non dimentichiamolo, è sempre stato condizionato dall’alea del clima”.
Come associazione, avete individuato delle direttive per i vostri associati in modo da sviluppare azioni di filiera appropriate per far fronte a questo momento particolarmente delicato per il settore di IV e V Gamma?
“No. Siamo un’associazione di aziende libere di operare sul mercato come credono. Ognuno si assume le proprie responsabilità. Poi, ci sono alcune realtà che sono in linea, più di altre, con i nostri valori associativi. Le posso dire che abbiamo rapporti stretti con tutta la GDO italiana e registriamo richieste pressanti di prodotti made in Italy, anzi abbiamo fatto nostro l’impegno di acquistare solo prodotto italiano, dando seguito ad una proposta lanciata, sulle pagine del Corriere Ortofrutticolo, dal direttore Lorenzo Frassoldati”.
Lo sviluppo dell’e-commerce può rappresentare un canale utile per il rilancio di IV e V Gamma, proprio in funzione di un’amplificazione del contenuto di servizio che è l’home delivery?
“Credo che per i freschissimi il discorso sia difficile. Nonostante il boom dell’e-commerce registrato l’anno scorso, per gli acquisti di ortofrutta, anche quelli ready-to-eat, rimane la cultura del contatto diretto con i prodotti da scegliere. E poi, anche se è cresciuto molto il settore dell’online, comunque, da un punto di vista di quote di mercato, stiamo ancora parlando di una nicchia che viaggia intorno al 2%. Guardando in prospettiva, in ogni caso, sono certo che, passata la burrasca, il settore di IV e V Gamma riprenderà la sua importanza”.
Quali sono le chiavi di volta per accelerare la ripresa?
“Innanzitutto l’innovazione, e quindi passare a prodotti più elaborati rispetto alle tradizionali insalate in busta. Poi anche la multicanalità. Per la IV e V Gamma più che l’e-commerce, potrebbe essere funzionale la formula click&collect o anche la formula del drive in, molto diffusa in USA, dove il ruolo forte del negozio, per quanto riguarda il reparto dei freschissimi, si combina con il servizio di ordine da casa. In questo senso, le strutture di vendita ed i loro reparti ortofrutta, possono continuare a mantenere il loro ruolo importante e la loro capacità di fidelizzare il consumatore”.
L’e-commerce in tempi di lockdown ha aperto l’home delivery ad altre categorie di persone, non più solo giovani o lavoratori con poco tempo a disposizione ma anche persone più mature che preferivano non uscire per i loro acquisti o che, magari, non possono per difficoltà motorie.
“Vero. In questo senso occorre lavorare sul reparto dei freschissimi verso una ri-targetizzazione del cliente di modo da offrire servizi tarati su misura ed eventualmente anche mutuati da altri canali distributivi, come ad esempio, la ristorazione veloce”.
A cosa si riferisce?
“Ad esempio alla possibilità di comporre in negozio la propria bowl di IV Gamma. Anche se, andando indietro nel tempo, ricordo che circa 20 anni fa, Unicomm aveva lanciato questa iniziativa sulle macedonie. Questo per dire che c’è sempre stata ricerca e attenzione sulle esigenze e sui trend di consumo”.
Come sta evolvendo il rapporto tra mondo del retail e industria di IV Gamma?
“Abbiamo sempre trovato dei punti di equilibrio e continueremo a trovarli”.
E con il mondo della produzione?
“È un rapporto sempre costruttivo che però, da un punto di vista di filiera, si sviluppa partendo da un tessuto imprenditoriale fatto prevalentemente di piccole e medie aziende agricole. Grazie alla GDO e alla continuità garantita alle forniture, queste aziende riescono ad affrontare il mercato”.
L’UIF IV Gamma aveva chiesto, e ottenuto, dall’allora ministra all’agricoltura Teresa Bellanova, un tavolo di filiera. Poi il discorso si è arenato con la crisi di governo. Se il discorso dovesse riprendere con il ministro Patuanelli, accetterete l’invito a sedervi a quel tavolo?
“Siamo disposti a partecipare a tutti i tavoli di filiera che si aprono. Non solo siamo disponibili ma abbiamo anche scritto al governo sulla necessità di operare al più presto una riforma della filiera agroalimentare”.
Si riferisce a regole chiare per la corretta ripartizione del valore aggiunto lungo della catena di fornitura?
“Più che altro per favorire l’aggregazione della parte produttiva che adesso è ancora molto disaggregata. È questo che tutela le imprese. Peraltro, la distribuzione del valore aggiunto lungo la filiera fa parte di un nostro progetto di ricerca su IV e V Gamma, che portiamo avanti con la Fondazione Ambrosetti. Su questo tema si registrano tante sensibilità. Noi siamo promotori del tema del divieto delle aste al doppio ribasso al punto che oltre ad essere sostenitori della legge relativa approvata da un ramo del Parlamento nel 2019, le riproponiamo anche nel recepimento della Direttiva Europea. Queste dinamiche devono essere assolutamente vietate nella distribuzione moderna. La reputazione della GDO è sempre più importante e il consumatore è sempre più attento ad un discorso di sostenibilità anche sociale, oltre che economica e ambientale”.
Come stanno andando i retailer rivolti alla ristorazione, come ad esempio i cash&carry, sul fronte della IV Gamma?
“Il settore sta perdendo tra il 40 e il 50% del fatturato e la IV e V Gamma, che rappresenta circa il 2% di quel mercato, è in linea con le perdite del settore horeca in generale. Non si può pianificare perché la situazione sulle aperture degli esercizi è ancora molto incerta. Bisognerà aspettare la fine dell’emergenza”.
Mariangela Latella