Parte in ritardo di 15 giorni, con una stima (prudenziale) di una riduzione dei volumi del 15%, la campagna estiva della IV Gamma. Sono queste le previsioni degli operatori ad oggi, che è tempo di trapianti, in una situazione generale dominata da un’assoluta incertezza.
Di fronte ad una situazione attuale di surplus di prodotto, che si fa fatica smaltire per via del rallentamento degli ordini da parte della GDO, in campo ci si comincia ad interrogare su quanto trapiantare per l’estate, quanto investire, posto che c’è un problema diffuso di liquidità e che i trapianti di solito vengono fatti con investimenti che anticipano le previsioni di raccolta, talvolta anche per 3 cicli di seguito se sono brevi, come per le baby leaf.
Ci si chiede, tra gli operatori, anche come trapiantare per via della mancanza di manodopera. La combinazione di incognite sulla prossima stagione estiva di IV Gamma sono moltissime, non da ultimo il fattore climatico che innalza l’asticella del rischio. Basti pensare che risale a ieri, 16 aprile, l’ultima gelata in Romagna. Tutte incognite, insomma, che solo il mercato, quando arriverà il momento, potrà sciogliere.
Ma gli agricoltori devono decidere come agire e farlo ora.
“Durante la stagione estiva – afferma Anna Rufolo, responsabile settore Ortofrutta per CIA che si riferisce alla Piana del Sele, primo polo europeo di IV Gamma –, ossia da giugno ad agosto, c’è una fisiologica riduzione degli investimenti, di circa il 50-60% in funzione della solarizzazione per nutrire il terreno. La carenza di manodopera è un problema serissimo che però tocca marginalmente la IV Gamma. In questo momento, siamo più preoccupati per la domanda che per l’offerta”.
Intanto in Emilia-Romagna, l’azienda agricola omonima di Matteo Abbondanza (nella foto), dei giovani di Confagricoltura Ravenna, che produce 20 ettari di spinacino e fagiolini per la IV Gamma ed è fornitore anche di Orogel, segnala ritardi nelle semine a causa del clima. “Di solito seminavamo a inizio di gennaio e invece siamo arrivati a metà febbraio con un ritardo di più di un mese a causa del maltempo. Praticamente entreremo in gara direttamente sul secondo raccolto con la possibilità di perdere il valore aggiunto dei primi prezzi della campagna”, afferma.
Un altro problema per l’azienda, è legato all’arrivo delle sementi dall’estero, che sono bloccate alla dogana austriaca. “Dovevamo aver seminato già sette ettari di fagiolini – precisa Matteo – e invece abbiamo appreso che sono fermi in Austria dove non saranno sdoganati prima di 15 giorni”.
Nella disgrazia, a Ravenna, sta sbocciando un miracolo di solidarietà perché una piccola comunità di migranti africani, sbarcati in Italia l’anno scorso con tutte le difficoltà che ci ricordano le cronache e che adesso sono ospitati in una struttura messa a disposizione del Comune, stanno dando man forte all’azienda. “A Piacenza – sottolinea Abbondanza -, la mancanza di manodopera è ancora più seria. Con il pomodoro stanno avendo seri problemi. Tutto sommato, in via prudenziale, stimiamo che mancherà almeno il 15% del prodotto estivo di IV Gamma”.
Per combattere le difficoltà occupazionali, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle campagne di raccolta, la Coldiretti ha varato la banca dati “Jobincountry”, una piattaforma di intermediazione di manodopera, autorizzata dal Ministero del Lavoro con le aziende agricole che assumono. L’iniziativa è estesa a tutta la Penisola dopo il successo della fase sperimentale realizzata in Veneto con l’arrivo nella prima settimana di ben 1500 offerte di lavoro di italiani con le più diverse esperienze, dagli studenti universitari ai pensionati fino ai cassaintegrati, ma non mancano neppure operai, blogger, responsabili marketing, laureati in storia dell’arte e tanti addetti del settore turistico, desiderosi di dare una mano agli agricoltori in difficoltà e salvare i raccolti. Il 60% ha fra i 20 e i 30 anni di età, il 30% ha fra i 40 e i 60 anni e infine 1 su 10 (10%) ha più di 60 anni.
“Di fronte alle incertezze e ai pesanti ritardi che rischiano di compromettere le campagne di raccolta e le forniture alimentari della popolazione siamo stati costretti ad assumere direttamente l’iniziativa” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità di introdurre al più presto i voucher semplificati in agricoltura limitatamente a determinate categorie e al periodo dell’emergenza, senza dimenticare la ricerca di accordi con le Ambasciate per favorire l’arrivo di lavoratori stranieri che nel tempo hanno acquisito spesso esperienze e professionalità alle quali ora è molto difficile rinunciare”.
Tra le incognite che i produttori dovranno tenere in considerazione nel loro processo decisionale, c’è anche quella legata all’evoluzione della domanda che potrebbe non corrispondere agli obiettivi produttivi aziendali.
“Bisogna vedere – precisa Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti – se alla fine del periodo di blocco i consumi ripartiranno nella stessa misura in cui erano distribuiti prima della crisi. Se le nuove abitudini di consumo, maggiormente casalingo, influenzeranno anche il paniere di domani. Che sia IV Gamma o I Gamma una cosa è certa, in questo momento c’è prodotto che non si riesce a vendere e, stante la situazione di incertezza dilagante, nessuno sa quanto prodotto servirà tra qualche mese e, a maggior ragione, si ha meno predisposizione al rischio, in fase di decisione sui trapianti, stante soprattutto l’attuale mancanza di liquidità che riguarda tutte le aziende”.
Da parte sua, per queste difficoltà oggettive che appesantiscono il settore di IV Gamma ma in genere tutto il Primario, Confagricoltura ha chiesto all’UE un piano straordinario per il settore. “Di fronte all’emergenza sanitaria – ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – sono stati mobilitati negli USA circa 50 miliardi di dollari per supportare il settore agricolo. Altri 10 sono previsti per il mese di luglio. In Europa, ad oggi, invece, nessuna risorsa aggiuntiva è stata individuata a favore dell’agricoltura dell’Unione, anche se diversi settori produttivi sono già in crisi. Da Bruxelles finora è arrivata la flessibilità per la presentazione e la gestione degli aiuti diretti della PAC e l’annuncio di un provvedimento che consentirà di riassegnare i fondi non ancora impegnati nell’ambito dei programmi per lo sviluppo rurale. In pratica si cerca di gestire l’emergenza a costo zero per il bilancio dell’Unione, semplicemente riprogrammando le risorse già esistenti”.
Mariangela Latella