OP e aggregazioni, Alma Seges e Unaproa hanno fatto il punto a Berlino

di Elena Consonni

Quale futuro per l’aggregazione? Ci si è interrogati su questo tema in un incontro organizzato dalla OP Alma Seges e Unaproa a Fruit Logistica.

Mauro Quadri dirigente settore OCM ortofrutta del Masaf ha spiegato a che punto è il confronto sui tavoli istituzionali e quali sono i temi aperti. “E’ in discussione una modifica al Regolamento che disciplina le Organizzazioni Produttori- ha spiegato -. A livello comunitario gli obiettivi sono allettanti, ma poi le misure che dovrebbero darvi attuazione sono deboli. Nel tavolo di confronto discuteremo di vari temi, tra cui le regole di concorrenza delle organizzazioni di produttori non riconosciute. Noi siamo favorevoli agli interventi che favoriscono le aggregazioni, ma riteniamo che si debba dare un premio a chi riesce ad aggregarsi, non un incentivo a chi non riesce farlo. Altrimenti non è un vero stimolo. In Italia ci sono 318 OP riconosciute, di cui 253 hanno presentato un programma operativo. Sono in atto dei processi di fusione che noi abbiamo facilitato, ma i numeri sono ancora molto alti rispetto per esempio alla Spagna, che ha solo una cinquantina di OP, che però regolano il mercato”.

Antonio Salvatore, vicepresidente Unaproa e Presidente dell’OP Oasi ha sostenuto la necessità di una maggiore concentrazione delle OP. “E’ il momento di fare scelte strategiche – ha sottolineato -, il futuro delle OP passa attraverso l’aggregazione. Favorirla vuol dire recuperare competitività sul mercato, che è troppo frastagliato. E gli altri Paesi ne approfittano. Perché non possiamo favorire l’aggregazione? Il paradosso è che se due OP vogliono fondersi non solo non sono premiate, ma sono addirittura penalizzate. Il nostro settore è sotto pressione e per aiutare gli agricoltori stiamo cercando di portare avanti un’istanza complessa: innalzare il contributo al fondo di esercizio dal 50% al 70% per le OP. Oggi il mondo agricolo, malgrado abbia voglia di guardare al futuro, difficilmente trova supporto per investire, questo innalzamento permetterebbe alla base agricola di poter attingere a maggiori risorse”.

 

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