di Emanuele Zanini
Continua a crescere il progetto del consorzio Dolce Passione, il sodalizio che mette insieme Ortofrutta Castello, Cico-Mazzoni Srl, Lorenzini Naturamica, Lamboseeds e Alma Seges, nato nel 2023 con l’obiettivo di produrre un’anguria a buccia nera senza semi esclusivamente italiana e a basso impatto ambientale.
Le previsioni per il 2025: in crescita volumi e areali
Nel 2025 il consorzio prevede una produzione compresa tra le 22 mila e le 25 mila tonnellate da commercializzare in Italia ed Europa per un’area coltivata che varia tra i 360 e i 400 ettari con un aumento programmato rispetto alla campagna 2024 dell’8-10%.
Sono alcuni numeri forniti nel corso dell’evento organizzato a Fruit Logistica, a cui hanno partecipato i vertici delle aziende socie del consorzio, a partire dal presidente Roberto Castello e dal diretto Luciano Trentini, oltre a Sandro Colombi di Lamboseeds, Matteo Mazzoni di Cico-Mazzoni, Nicoletta Magnoni di Lorenzini Naturamica e Carmine Alfano di Alma Seges.
La produzione dello scorso anno di Dolce Passione, che si è concentrata tra Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Campania, è arrivata a 18 mila tonnellate per un export del 40%, nell’Europa centro occidentale ma anche orientale.

Le pontenzialità ancora inespresse sul mercato
Trentini ha riportato i dati generali della produzione mondiale e italiana del cocomero, analizzando anche il mercato e le grandi potenzialità che la cucurbitacea offre. Molti Paesi europei, soprattuto centro settentrionali e dell’Est (ma anche in nazioni più lontane ad alta capacità di spesa, come Emirati Arabi e Qatar) hanno una produzione propria quasi nulla, con disponibilità di prodotto coltivato internamente inferiore ad un chilo a persona. Si tratta quindi di Paesi costretti ad importare prodotto per soddisfare la domanda interna. Questo comporta per il settore e di conseguenza anche per Dolce Passione ampi margini di crescita nell’esportazione.
Le nuove sfide su peso e IV Gamma
Non mancano le nuove sfide che il mercato richiede. Dolce Passione è un’anguria midi con un peso variabile tra i 3 e i 6 chilogrammi. “Sono in aumento le richieste di pezzature più piccole, tra i due chili e i due chili e mezzo”, ha precisato Colombi. “Stiamo lavorando per riuscire a selezionare anche un prodotto con calibri inferiori. Ma per farlo è necessario mantenere il reddito per i produttori”.
Sta crescendo il segmento della IV Gamma con il prodotto già tagliato a fette. La domanda, è stato ricordato, è in forte crescita. La media è di un +10% ma ci sono casi con aumenti fino al 40%.