Rapporto Coop: nel 2025 italiani decisi a consumare più ortofrutta, exploit discount

Benessere e casalinghitudine regnano sovrani anche quando si delineano le tendenze sul cibo: sempre più home dining e long cooking con il consumo domestico in crescita nelle intenzioni e quello fuori casa rimasto appannaggio dei più abbienti (se la upper class sale di 13 punti, la lower indietreggia di 35 e anche la classe media mostra segnali di fatica attestandosi su -14). Questo emerge dal Rapporto Coop 2024.

In linea con questa tendenza il 71% privilegerà piatti dalle preparazioni lunghe a discapito dell’acquisto di piatti pronti, mentre il cibo preferito sarà salutare (66%), semplice (53%) e tradizionale (51%). E infatti nella crescita delle intenzioni di consumo alimentare prevalgono (almeno nelle intenzioni) le diete più salubri con un maggior contenuto di verdure (31%), frutta (28%) e pesce (23%), mentre appaiono in calo soprattutto salumi (33%), dolci (29%), carni rosse (29%) e bevande alcoliche (24%).

Avanguardia di queste tendenze i giovani (18-25enni) che dichiarano di voler acquistare nel 2025 cibo plant-based o comunque di origine vegetale nell’85% dei casi contro il 70% degli over 26 (26-70enni). Interessati anche al senza glutine più degli altri (29% vs 46%), si lasciano tentare più spesso anche dal ready to eat (76% vs 65%). E anche sulla tavola domestica pesano più che mai le differenze sociali ed economiche che si acuiscono in tutto il Paese. Se sono tutte in crescita le previsioni di spesa dell’upper class, le famiglie con redditi più contenuti si vedono costrette a immaginare qualche sacrificio sulla spesa di verdura, frutta e pesce. E nelle strategie di risparmio comunque indicate dalle famiglie persiste il ricorso alla MDD (il 29% ne aumenterà gli acquisti) e la frequentazione dei discount (lo farà di più il 24%).

Le imprese della filiera alimentare italiana, secondo i manager Food & Beverage, sanno che dovranno affrontare un anno molto complesso, con una crescita delle vendite a valore nel Largo Consumo Confezionato del +1,3% rispetto al 2024. Sulle imprese potrebbe pesare il rischio di un aumento dei costi, oltre a dover sicuramente fare fronte al cambiamento dei modelli di consumo delle famiglie e forse anche attrezzarsi per superare la possibile adozione a livello internazionale di misure protezionistiche. Molti rischi, ma anche opportunità legate a una migliore gestione della supply chain, una riduzione dei costi ed un’implementazione proficua dell’utilizzo della AI. Ma la vera novità del 2025 sembra essere una rinnovata attenzione al capitale umano (lo dichiara quasi un manager su due) pensando a investimenti in formazione, miglioramento delle condizioni contrattuali e potenziamento delle politiche di welfare.

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