Whole Foods, Amitrano: “Piatti pronti all’ingresso, ciotole componibili e grande freschezza. In Italia si potrebbe…”

di Elena Consonni

Era a Baltimora, negli Stati Uniti, per una vacanza e una riunione di famiglia Giancarlo Amitrano, responsabile acquisti Ortofrutta e IV Gamma Cedigros, ma – deformazione professionale – non ha potuto trattenersi dal visitare un punto vendita di Whole Foods.

“Ne ho visitati diversi di questa catena nel corso degli ultimi anni – racconta – e ogni volta mi hanno colpito. Ecco perché ho deciso di tornarci anche questa volta. Quello che ogni volta ho ritrovato in questi supermercati è il senso di grande naturalezza, di freschezza, trasmesso dal reparto ortofrutta. Non posso parlare di biologico, perché sarebbe un termine estremo, ma la scelta dell’esposizione, degli arredi trasmette l’impressione di essere in campagna. Penso ai bins per le mele, grandi contenitori in legno grezzo che sembrano essere quelli usati per la raccolta”.

Un’altra cosa che ha colpito Amitrano è la presenza, nel reparto ortofrutta, anche dei piatti pronti, che accolgono il visitatore all’ingresso dei supermercati fin dalla prima mattina. “Lo avevo già notato nelle precedenti visite e mi aveva lasciato un po’ titubante – ricorda – eppure se a distanza di anni questa modalità espositiva è confermata, è evidente che il cliente medio americano già alle 8 del mattino entra al supermercato per acquistare il piatto pronto da consumare in pausa pranzo”.

Dal piatto pronto, da scaldare, all’insalata già lavata pronta al consumo, il passo è breve e anche qui le differenze rispetto all’Italia sono marcate. “Mentre nei nostri assortimenti sono presenti le ciotole pronte con una base vegetale, arricchite da una componente proteica e da ingredienti che danno il crunch – afferma – nei punti di vendita Whole Foods ogni cliente può comporre la propria vaschetta, utilizzando gli ingredienti che preferisce”.

Un banco orizzontale, infatti, ospita vaschette che contengono una ampia scelta di insalate e altre verdure, ingredienti come il tonno o le uova, poi semi e granelle varie. “Avevo già visto questa modalità espositiva anni fa – racconta – e siccome ritengo che questo tipo di prodotti lasciati a cielo aperto avrebbe un’alta velocità di deperimento, il fatto che continuino a proporla mi fa supporre che funzioni. Invece rispetto a quello che siamo abituati a trovare nei nostri supermercati ho trovato scarso l’assortimento delle insalate in busta, che nel punto vendita che ho visitato lasciano rapidamente posto all’ortofrutta fresca”.

Ma quanto di tutto ciò potrebbe essere replicabile in un supermercato italiano? “Personalmente – afferma Amitrano – sarei propenso a fare un test sull’esposizione delle ciotole da comporre, ma non so se avrebbe una massa di acquirenti paragonabile a quella degli Stati Uniti, inoltre credo che questo tipo di banco richieda un’assistenza costante da parte del personale di reparto. Se non ricordo male sono stati fatti esperimenti simili in Italia qualche anno, ma senza successo”.

Sarebbe forse più facile creare dei reparti ortofrutta che trasmettano la stessa immagine di naturalezza. “Mi piace molto anche l’esposizione su murales verticali – spiega – che però richiede di essere costantemente curata dagli addetti. Quindi occorrerebbe una riflessione sul costo del lavoro in Italia rispetto agli USA, per capire se questa modalità sarebbe gestibile anche da noi. Un’altra cosa che ho apprezzato è la presenza di nebulizzatori sugli ortaggi in foglia, che può davvero fare la differenza sulla freschezza del prodotto. In Italia ho visto questo sistema solo in qualche punto vendita del Nord. Ma la cosa che mia ha più colpito è l’esposizione di referenze come i broccoletti, le cime di rapa e il cavolo nero su un letto di ghiaccio tritato. Anche in questo caso ne giova la qualità espositiva, ma cresce il livello di manutenzione richiesto in reparto”.

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