AquaFarm, la mostra-convegno internazionale dedicata all’acquacoltura e all’industria della pesca sostenibile annuncia le date della ottava edizione e si riunisce con NovelFarm e AlgaeFarm, le fiere dedicate all’agricoltura in ambiente controllato e coltivazione delle alghe e degli altri microorganismi. L’appuntamento è per il 12 e 13 febbraio a Pordenone Fiere.
La decisione di riunire le tre manifestazioni dedicate all’innovazione nella produzione sostenibile di cibo deriva dalla sempre più forte sinergia tra i tre settori. Acquacoltura e idroponica si trovano strettamente coniugate nell’acquaponica, la coltura e l’allevamento nello stesso ambiente controllato di pesci e vegetali, ma anche di molluschi, alghe e funghi, costruendo ecosistemi artificiali dove gli scarti di una specie costituiscono il nutrimento di un’altra, con alta produttività di cibo. Anche itticoltura e algocoltura sono sempre più sinergiche, basta considerare l’importanza delle microalghe nella realizzazione di mangimi per pesci a impatto zero sulle risorse oceaniche.
Il filo rosso che unisce le tre manifestazioni di nuovo riunite è il cambiamento ambientale. Per l’acquacoltura e la molluschicoltura, protagoniste di AquaFarm, la modifica degli habitat acquatici, dovuti al clima, all’inquinamento di origine umana e all’intrusione di nuove specie portate dai commerci via mare, gli impatti sono già stati importanti, come per esempio le gravissime perdite nella produzione di molluschi, specie vongole, dovute al granchio blu. Gli allevatori, le aziende fornitrici e la ricerca sono impegnati in uno sforzo unanime nel trovare mitigazioni a questi fenomeni.
Da parte loro le coltivazioni in ambiente controllato hanno una delle la loro ragion d’essere principali, e il principale punto di forza economico, nel ridotto impatto sul sistema naturale. Non si tratta solo del risparmio di acqua e principi nutritivi e dell’annullamento dell’uso di fitofarmaci. Sganciando la coltivazione dal suolo, una fattoria può essere installata nei pressi dei luoghi di consumo, riducendo l’impatto della catena logistica, con conseguente minor inquinamento, consumo di energia e congestione. Giova anche ricordare che in percentuale la fase della catena del cibo dove si hanno le maggiori perdite e spechi è quella del trasporto. Meno trasporto uguale quindi meno spreco di risorsa cibo.
Le stesse alghe coltivate costituiscono una risposta virtuosa ai mutamenti ambientali, perché permettono di produrre proteine, grassi (come l’Omega-3) e principi attivi direttamente, senza doverli ricavare da fonti animali o vegetali poste più in alto nella catena trofica, con minore impatto e maggiore efficienza.
Non tutto sarà clima nell’ottava edizione. Acquacoltura e molluschicoltura garantiscono un cibo buono, sano, più controllato e a catena corta, se allevato in Italia. I prodotti delle vertical farm sono migliori da ogni punto di vista dei comparabili da tecniche tradizionali: nessun residuo, caratteristiche organolettiche costanti e perfettamente controllate, assenza di contaminanti come il nickel e altri metalli pesanti. Le microalghe mettono a disposizione a costi più bassi delle fonti tradizionali principi attivi come gli antiossidanti e materie utili per l’industria farmaceutica, alimentare e della chimica fine.
Si parlerà quindi di clima, ricerca e innovazione a Pordenone, ma anche di autoproduzione di energia negli allevamenti e nelle fattorie ad ambiente controllato, benessere animale, tecnologie e alimentazione animale e umana, riduzione dell’uso delle plastiche. Il ricco programma di conferenze si affianca all’ampia area espositiva internazionale. Un tema di fondo sarà l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e della robotica autonoma in numerosi campi, dalla gestione dell’ambiente di allevamento e coltura al miglioramento genetico. Confermata anche l’area dedicata alle Università con la possibilità di esporre poster scientifici e l’arena show cooking dove degustare le eccellenze produttive nazionali.