di Roberto Romaniello e Antonietta Eliana Barrasso *
Il tema sviluppato in questo articolo sarà trattato durante FRESH-CUT 2024, the International Conference on Fresh-cut Produce (www.unifg.it/freshcut.2024), di cui Fresh Cut News è media partner.
L’acqua è un elemento essenziale per la vita, un bene comune che deve essere preservato ed utilizzato in maniera consapevole. La scarsità di acqua rappresenta in molte zone un serio problema considerando anche l’incidenza del cambiamento climatico che fa presagire uno scenario assai più drammatico. È oramai noto che l’agricoltura sia uno dei settori che maggiormente esercitano pressioni sulle risorse idriche ma, sebbene siano in atto piani operativi per la salvaguardia di questa risorsa, l’utilizzo dell’acqua da parte dell’agricoltura è, al momento, ancora insostenibile. Risulta, quindi, necessario adottare nuove strategie per l’ottimizzazione dell’utilizzo di questa risorsa essenziale preservando, al tempo stesso, la qualità dei prodotti ortofrutticoli che è strettamente correlata alla quantità di acqua utilizzata.
In questo contesto si collocano le ricerche dell’Università di Foggia, nell’ambito del progetto PON “Conservabilità, qualità e sicurezza dei prodotti ortofrutticoli ad alto contenuto di servizio” – POFACS – CUP B74I20000120005, che hanno lo scopo di studiare una soluzione che adoperi l’acqua in maniera mirata contemplando le reali esigenze dei prodotti ortofrutticoli. Il fine più ambizioso di tale sperimentazione è la progettazione di uno strumento, utilizzabile direttamente in campo, in grado di acquisire dati in tempo reale, restituendo un indicatore dello stato idrico della pianta. Tale indicatore, poiché collegato ad un impianto irriguo, potrebbe attuare nell’immediato un’irrigazione differenziata in funzione della lettura di tali dati. L’utilizzazione di un dispositivo di questo tipo permetterebbe, quindi, di assolvere in maniera tempestiva, precisa e puntuale alla reale esigenza di idratazione della singola pianta, garantendo un dosaggio adeguato e differenziato e evitando eventuali fasi di stress che potrebbero comportare una serie di svantaggi in termini di qualità per i prodotti ortofrutticoli.
Nello specifico, lo studio preliminare è stato condotto su ortaggi baby-leaf, in particolare spinacio (Spinacia oleracea) e bietola (Beta vulgaris), con l’obiettivo di discriminare i prodotti sulla base del livello di idratazione attraverso la generazione e l’analisi di immagini iperspettrali. Lo studio è stato condotto acquisendo i dati relativi all’umidità delle foglie con i rispettivi spettri di riflettanza su un numero cospicuo di campioni, per rendere quanto più possibile e affidabile lo studio. La fase successiva verrà incentrata sulla costruzione di un modello matematico in grado di utilizzare le lunghezze d’onda acquisite per stimare, con un grado di accuratezza più alto possibile, il valore di umidità delle foglie oggetto di analisi.
Utilizzare “un’irrigazione di precisione” potrebbe ottimizzare e ridurre l’utilizzo di acqua e, al contempo, permettere di incrementare la qualità nutrizionale dei prodotti tramite pratiche agronomiche mirate. Le baby-leaf come spinacio e bietola, infatti, sono ricche di composti antiossidanti facilmente deperibili nel post-raccolta, la cui perdita è significativamente rallentata utilizzando condizioni di stress idrico. L’attività di ricerca, quindi, rientra nelle attuali correnti di ricerca, anche intraprese dall’UE, per innovare le tecniche agronomiche e rendere l’agricoltura più sostenibile gestendo al meglio le risorse non rinnovabili.
Inoltre, l’applicazione di tecniche non distruttive comporta l’utilizzo di metodiche rapide e affidabili che consentono di analizzare molti campioni (anche tutti i prodotti oggetto di analisi), facili da usare, tendenzialmente economiche e flessibili, che si possono adattare a diversi scopi e differenti prodotti e materiali, non richiedendo preparazione del campione (la quale risulta necessaria nell’analisi convenzionale o chimica) e permettendo l’analisi anche on-line.
Il vantaggio principale resta la possibilità di misurare contemporaneamente diversi parametri chimico-fisici. In un’ottica futura, sarebbe interessante valutare l’applicazione di tali macchine, oltre che per il pieno soddisfacimento del fabbisogno irriguo, anche per la sperimentazione di tecniche agronomiche innovative mirate alla somministrazione di livelli oculati di stress idrico al fine di migliorare la qualità nutrizionale del prodotto.
*Università di Foggia