Annatura da sei anni intercetta le tendenze del consumatore proponendo verdure di V Gamma che uniscono alla praticità e facilità di consumo la qualità di produzioni 100% italiane selezionate su base regionale e certificate nella provenienza.
L’azienda di Monterotondo (Roma) si è inoltre attivata nella comunicazione e nello storytelling, usando i social per raggiungere anche le fasce più giovani, con lo scopo di informare al meglio il consumatore sulla qualità e sulle proprietà dei prodotti offerti, dalle verdure pronte, naturali o grigliate da mettere in tavola, ai cereali e legumi, che offrono un’alternativa dietetica e salutare alla pasta, per proseguire con le zuppe, ultima delle proposte proposte messa in commercio. La realtà guidata dal presidente Fiero Innocenzi è attenta a seguire le tendenze e le richieste del consumatore e conta oggi 80 referenze e formati a marchio Annatura.
Fresh Cut News ha incontrato il presidente Innocenzi per fare il punto sull’andamento di mercato della V Gamma in tempi di contrazione dei consumi nel carrello della spesa degli italiani.
– In un contesto di aumento dei costi produttivi e di calo dei consumi alimentari, la V Gamma come si comporta?
“Stiamo reggendo. Quest’anno la domanda dei nostri prodotti sta crescendo del 10% rispetto allo scorso anno ma stiamo incontrando delle difficoltà dovute alla mancanza della materia prima, per via delle condizioni meteo che in varie regioni hanno messo in difficoltà i produttori. E questo è un bel problema per noi che compriamo sul mercato italiano: speriamo si torni presto alla normalità. Comunque i risultati semestrali parlano di un fatturato di 1,7 milioni di euro, in aumento rispetto al pari periodo 2022”.
– La vostra azienda, in particolare, che misure ha messo in campo per reggere a questo scenario definito di “policrisi”.
“Stiamo allargando il raggio degli acquisti in tutta Italia; questo aiuta, ma sono aumentati i prezzi alla produzione e ciò rappresenta un problema. Cerchiamo però di non trasferire l’aumento a valle sui nostri prodotti, anche perché la GDO non comprende o non vuole comprendere”.
– Qual è il prodotto che vi sta dando maggiore soddisfazione?
“Gli spinaci, in particolare, hanno un buon riscontro, il consumatore apprezza la qualità del prodotto e il fatto di risparmiare sui tempi della preparazione”.
– Voi puntate molto su innovazione e ricerca: quanto impegno dedicate in questi ambiti e che novità di prodotto intendete lanciare nei prossimi mesi?
“Quest’anno abbiamo lanciato le zuppe naturali e in cantiere ci sono altre novità; saranno proposte relative alle verdure e sempre al naturale. La nostra ricerca va in questo senso. abbiamo una biologa che segue tutto il ciclo della qualità e ricerca e ci appoggiamo anche a dei laboratori esterni. Il nostro impegno e investimento in ricerca viene premiato dal consumatore. Ogni anno usciamo con prodotti nuovi e ciò che proponiamo riscontra un buon mercato”.
– Il biologico già è presente nelle vostre linee, avete intenzione di ampliare ulteriormente l’offerta?
“Al momento no, abbiamo riscontrato che la domanda è un po’ ferma. Ed è anche difficile trovare materia prima bio. I produttori hanno problemi tra i costi che comporta questo tipo di coltivazione e la difficoltà alle pratiche bio causate dal clima imprevedibile”.
– Sul fronte export?
“Ci stiamo attivando. Siamo molto convinti della validità del prodotto Italia e super convinti del nostro prodotto: è un brevetto, un prodotto importante che va bene per l’Europa. Perciò stiamo mettendo a punto delle strategie verso i mercati esteri. I requisiti per riuscire ci sono tutti, dalla qualità del prodotto alla durata della shelf life. I contatti che abbiamo avuto sono molto promettenti: a breve saremo oltrefrontiera”.
Cristina Latessa