La IV Gamma ha riconquistato valore (e marginalità) negli ultimi mesi, con l’avvio del nuovo anno? Leggendo i volantini della GDO e mettendoli a confronto con quelli della seconda metà del 2022, la risposta non può essere affermativa. Certo, non è basandosi sui pieghevoli delle insegne distributive che si può dare una risposta univoca e generalizzata.
Ma l’inflazione, sui prezzi dei fresh cut, ha inciso poco, con qualche ritocco solo al tramonto del 2022. E agli occhi del consumatore, questo resta un segmento “low cost”, dove bastano pochi centesimi per portare a casa un prodotto-servizio per il quale servono ricerca, lavoro umano e tecnologico, grandi sforzi in chiave di sostenibilità e di logistica.
Ecco allora che da Iper la Grande I, questa settimana, basta tirar fuori 1,08 euro (prezzo scontato del 30%) per acquistare una busta di insalata mista (“prodotto italiano”) da 500 grammi: 2,16 euro il chilo, un vero affare per chi compra ma non per chi produce. Eurospin propone l’insalata mista “Foglia Verde” della stessa grammatura a 1,29 euro, quindi 2,58 euro il chilo.
Di volantino in volantino, prezzo leggermente più sostenuto in un altro discount, MD, per l‘insalata icebeg: 89 centesimi per la confezione da 250 grammi, ossia 3,56 euro il chilo.
Da Lidl, invece, riflettori puntati sull’insalata mista a marca del distributore “Vallericca”: la “versione” da 200 grammi è in vendita a 75 centesimi, l’equivalente di 3,25 euro il chilo.
Tiene meglio il valore, o così almeno sembra dall’esame del materiale promozionale dei retailer, il biologico: Esselunga, ad esempio chiede 1,38 euro per 125 grammi di misticanza Bio Naturama, con un listino scontato del 30% che raggiunge comunque gli 11 euro il chilo.
Un prezzo già più “dignitoso” per chi è impegnato a far quadrare i conti in una filiera nella quale serve trovare la quadra per non esacerbare una crisi che impone ai player nuove strategie e massima attenzione al fattore “costi”.
Mirko Aldinucci
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