Raccolta robotizzata della frutta al centro della seconda giornata dell‘Interpoma Congress, quella di venerdì 18 novembre. Se n’è parlato nel quartiere fieristico di Bolzano dove, nel corso della tre giorni della rassegna specializzata sulla mela, il tema dell‘innovazione ha tenuto banco. Con tanto di dimostrazione, all’ingresso degli spazi espositivi, dei robot israeliani della Tevel, che raccolgono i frutti con delicatezza, al giusto grado di maturazione.
L’agricoltura 4.0, secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano, è un mercato in continua crescita in Italia, che ha avuto una vera e propria esplosione negli ultimi due anni, passando dai 540 milioni di euro di fatturato del primo semestre 2020 ai 1,6 miliardi nel 2021. Le soluzioni di agricoltura 4.0 maggiormente utilizzate dagli agricoltori italiani sono i software gestionali e sistemi di monitoraggio e controllo delle macchine. E poi ci sono i robot per la raccolta, come appunto i droni di Tevel, già utilizzati in Italia da Rivoira Group.
Volano, effettuano la scannerizzazione dei frutti offerti dalle piante e la conseguente classificazione in base a diversi parametri come il grado di maturazione, il colore, la dimensione, il calibro. E poi iniziano la raccolta automatizzata.
“Insieme al cambiamento climatico, la razionalizzazione della produzione per controllare i costi è il tema caldo per la melicoltura”, ci ha spiegato a Bolzano il coordinatore dell’Interpoma congress Gerhard Dichgans (nel riquadro della foto di apertura).
Il futuro è nella robotica ma serve preparare il terreno. In tutti i sensi: “Sono necessarie le macchine adatte, i software e l’intelligenza artificiale idonei ma serve anche adattare i campi andando verso uno sviluppo bidimensionale delle piante, mentre oggi è tridimensionale, costruendo una sorta di parete lineare per facilitare la raccolta”.
Un percorso tutto da costruire e che non sarà breve: “Negli USA, secondo quanto emerso dal congresso, non sono più del 5-10% i terreni pronti per questo tipo di raccolta”, la sottolineatura di Dichgans. “Tutti gli investimenti dovranno essere visti e ripensati in quest’ottica”. Un discorso che vale per le mele ma anche per gli altri frutti che si prestano a questo tipo di raccolta, dall‘avocado al kiwi agli agrumi.
A Interpoma Congress erano presenti i principali produttori mondiali di robot per la raccolta del melo, intervenuti per presentare le loro innovazioni: Elia Bruni di Aigritec (Italia), Avi Kahani di FFRobotics (Israele), Chao Chen della Monash University (Australia), Han Smits di Munckhof (Olanda), Leopold Lucas di Ripe Robotics (Australia), e Ittai Marom di Tevel Aerobotics Technologies (Israele).
Bruni ha sottolineato che i robot servono a migliorare il lavoro, non solo a sostituirlo e a perseguire la sostenibilità riducendo l’impiego di risorse. Tra gli esempi citati ADAM, robot per la gestione di precisione dei meleti: una telecamera intelligente individua il frutto da cogliere in base alle impostazioni che rispondono ad alcune variabili come il colore o il calibro. In sostanza, si ottiene una selezione che permette di anticipare quella post raccolta.
Kahani ha spiegato che i robot sono utili anche per diradamento e potatura, non solo per raccogliere. Chao Chen ha spiegato che bisogna lavorare per semplificare la complessità. Un tema evidenziato nel corso dei lavori è quello dei costi elevati della robotica: vero che le macchine intelligenti si possono noleggiare, ma ad oggi solo pochi possono permettersele.
Mirko Aldinucci
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