L’azienda del brand italiano più noto che azzera con un colpo di spugna l’ufficio marketing privandosi di collaudate professionalità; un’altra, posizionata sempre nell’Olimpo delle imprese industriali di IV Gamma, che chiude il rapporto pluridecennale con il direttore commerciale. E non è che la punta dell’iceberg. L’autunno caldo del settore si apre con decisioni traumatiche che dimostrano come la crisi determinata da costi elevati e bassa marginalità stia mettendo in discussione il futuro del fresh cut italiano.
Scarsa efficienza, eccesso di attori, concorrenza spietata sul fattore prezzo, poca forza contrattuale nei confronti della grande distribuzione: fattori che, abbinati alle problematiche “esogene” comuni al sistema imprenditoriale in tempi di guerra e rincari fuori controllo, stanno severamente testando la tenuta del comparto.
Lo hanno detto del resto senza mezzi termini, alla nostra testata, il presidente di UIF IV Gamma Andrea Battagliola e altri player di punta, vedi quel Federico Boscolo che porta il suo contributo dall’altra parte dell’oceano.
Di soluzioni, per ora, non ce ne sono. Solo ipotesi sulla carta e materiale, tanto, buono per le discussioni. Ma occorre, e non sono parole di circostanza, fare presto, passando dalle parole all’azione. Con l’auspicabile contributo dell’organismo interprofessionale e magari delle istituzioni. Senza risposte concrete e celeri la IV Gamma, dopo il mirabile exploit di questi lustri, rischia di tornare all’anno zero. Mentre già adesso una cosa appare chiara: nulla sarà più come prima. (m.a.)