Maxi impianto fotovoltaico e residuo zero per Orto Bellina

L’obiettivo di Orto Bellina, azienda bergamasca specializzata nella IV Gamma biologica, è quello di ridurre il più possibile l’impatto dell’aumento dei costi. Per questo, in quel di Gorlago, si sta predisponendo un piano industriale che nel giro di un anno porterà alla realizzazione di un impianto fotovoltaico da 4mila mq che permetterà  di soddisfare quantomeno la metà del fabbisogno energetico dell’azienda. In seconda battuta, accanto alle referenze biologiche che rappresentano il core business dell’azienda, Orto Bellina sta iniziando a pensare a delle linee a residuo zero, ambito in cui l’impatto della forbice dei prezzi in relazione al costo, è minore.
“L’aumento dei costi delle materie prime che registriamo dall’inizio dell’anno – ci dice Cristian Bellina alla guida dell’azienda di famiglia – ha generato una situazione disastrosa. Si parla di aumenti di quasi il +400% tra il 2021 e il 2022. Pe questo, nell’immediato, stiamo predisponendo un piano industriale, finalizzato alla riduzione della spesa energetica con la costruzione di un impianto fotovoltaico da 4mila mq”.
Per farlo l’azienda costruirà dei capannoni nell’area adiacente al quartier generale. “Sui tetti dei capannoni – specifica Bellina (nella foto) – installeremo, nel giro di un anno, dei pannelli fotovoltaici in funzione del fabbisogno energetico dell’azienda. I capannoni, di cui nella prima fase esisterà solo lo scheletro, serviranno, in un secondo momento, per ospitare nuove linee di processo che si affiancheranno a quelle già attive nel quartier generale dell’azienda di 1.500 mq. Il risparmio energetico che otterremo, che stimiamo non inferiore al 50%, verrà reinvestito proprio in queste nuove linee di processo. Ma è uno sviluppo programmato per il medio e lungo periodo”.
La crescente richiesta di prodotti sostenibili, combinata con il ridotto potere di acquisto delle famiglie, porta la green economy del settore di IV e V Gamma, e in genere ortofrutticolo, verso soluzioni di compromesso che evitino il corto circuito. Una di queste, per Orto Bellina, è rappresentata dalle produzioni a residuo zero che, nelle valutazioni dell’azienda, potrebbero affiancare l’assortimento bio.
“Tutta la IV Gamma che facciamo è bio – spiega Bellina -, mentre sulla prima Gamma facciamo bio per l’80%, il resto è a lotta integrata. Stiamo cerando di capire come rimodulare questi share, dal momento che commercializzare il prodotto bio come residuo zero, ad oggi, significherebbe svenderlo. Per questo stiamo valutando la possibilità di coltivare con metodo ‘pesticide free’: rispetto al bio, ha un differenziale di prezzo di circa 50 centesimi in meno al chilo e quindi è di più facile collocazione sul mercato”.
La rimodulazione dei volumi avverrà, in fase di partenza del piano, sul 20% di prodotto di prima Gamma realizzato con tecniche colturali in lotta integrata. Con le nuove referenze a residuo zero si assorbirà  una quota del 10% di quei volumi. “Partiamo con la prima Gamma – afferma Bellina – anche perché è il settore che ha un minore impatto dall’aumento dei costi. Peraltro in questo segmento stiamo crescendo in export, dove realizziamo il 5% del nostro fatturato, la maggior parte in Germania. In Italia stiamo guadagnando terreno nella GDO dove siamo fornitori sia di prodotti a marchio del distributore che a marchio nostro in un rapporto di 70 a 30”.
Mariangela Latella

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