Parliamo con Giancarlo Colelli (nella foto), ordinario di Impianti per le operazioni post-raccolta all’Università di Foggia, in un’intervista esclusiva per Fresh Cut News concessa all’indomani della conclusione degli Stati generali del packaging riciclabile, ovvero una conferenza suddivisa su più giornate, tenutasi dal 26 al 29 settembre online e in parte in presenza, dal titolo ‘First Circul-a-bility Conference’, organizzata appunto dall’Università d Foggia.
“La conferenza – ha spiegato Colelli – è stato un iniziale momento di incontro tra i principali ricercatori del settore del packaging sostenibile in Europa, anche se non sono mancate le imprese. Hanno partecipato oltre 170 operatori provenienti da 31 Paesi in prevalenza europei ma anche da Sudafrica, USA e Canada. È stato un momento importante di networking volto a fare il punto della situazione sia sui packaging innovativi, sia sulle ultime attività di ricerca in termini di sintesi di nuovi materiali per il pack come, ad esempio, quelli derivati dalle biomasse o dagli scarti di origine vegetale. Sono stati inoltre presentati molti lavori aventi a tema la sostenibilità del packaging poi inseriti, grazie all’intervento di esponenti della Commissione Europea e del centro di ricerca UE, JRC, anche nel quadro della riforma della normativa dell’Unione, sui nuovi materiali ammessi a contatto con gli alimenti”.
“Da segnalare – precisa Colelli – anche lavori finalizzati a rendere più adatti per la IV Gamma materiali per il confezionamento basati su PLA e PBS, che sono prodotti da fonti rinnovabili, attraverso un miglioramento delle loro funzioni di barriera al vapore”.
Si rivela più ardua del previsto, questa fase di transizione del settore di IV Gamma da una tecnologia di conservazione plastic-based ad una che punta al plastic-free con obiettivo finale di un intero continente (quello europeo a 27, non più a 28), che vuole diventare carbon neutral entro il 2050.
Non si parla di bruscolini ma della medesima distanza (infinita) che esiste tra il dire e il fare e che rischia di avvicinarsi alla denuncia del rischio di uno stolido ‘bla bla bla politico’, lanciata da Greta Thurnberg al ‘Youth4Climate’, l’evento sul clima iniziato il 28 settembre e che ha coinvolto 400 giovani e attivisti provenienti da tutto il mondo.
Allo stato attuale, l’alternativa per i quartagammisti (se non viene concessa una proroga sulle scadenze per l’uso delle plastiche usa e getta, attualmente il 2022; già concessa in Francia) è: o farsi carico della plastic tax oppure farsi carico dei maggiori costi legati all’uso di plastica riciclata che è ancora merce rara sul mercato italiano (limitiamo la geografia dello scacchiere economico) perché non arrivano a 20 il totale degli impianti, esistenti in tutto il Paese, in grado di riciclare il PET, senza considerare che le importazioni sono molto limitate ed esose e non esistono tecnologie che garantiscano la shelf life del ready-to-eat o to-cook basate su packaging derivati da biomasse.
“Stiamo presentando in questi giorni – precisa Colelli – un progetto da sei milioni di euro per il bando Horizon, dei quali tre cofinanziati dai Partner. Il progetto si basa su 4 direttrici corrispondenti a 4 R: Reduce, Replace, Recycle, e Reuse. Allo studio anche la possibilità di mettere a punto sistemi di riciclo del polipropilene e del polistirene (tra gli altri) che possano dare prodotti utilizzabili per il contatto con gli alimenti e che possano quindi chiudere il ciclo, anche per i prodotti di IV gamma. Il polipropilene è un materiale che interessa molto la IV Gamma ma che, oltre ai limiti di legge (quello riciclato non può essere attualmente usato sugli alimenti), oggi presenta anche dei limiti sostanziali dal momento che non si ricicla bene avendo caratteristiche inferiori al materiale vergine. La ricerca che presentiamo punta ad un suo upgrade. Il Progetto prevede inoltre anche altri aspetti curati dai tanti centri di ricerca coinvolti. Uno di questi è quello di sviluppare materiali per il coating edule con proprietà barriera da applicare ai prodotti di IV gamma. Quando questo studio, della durata stimata di circa tre anni, arriverà a conclusione, si potrebbe iniziare a pensare anche a packaging, in questo caso secondari, per la IV gamma che utilizzano solo carta”. La proposta coinvolge 17 partner di vari Paesi europei, tra cui l’Università di Foggia ed altre aziende italiane, oltre che partner Olandesi, Danesi, Portoghesi, Austriaci, Serbi, e Greci (comprese una serie di aziende leader nel settore della IV gamma e dei prodotti lattiero-caseari).
Il progetto nasce all’interno dell’Azione COST Circul-a-bility”, progetto europeo di cooperazione nella scienza e tecnologia che punta a implementare il network europeo della ricerca ed a creare scambi tra scienziati.
“Da segnalare – precisa Colelli – anche lavori finalizzati a rendere più adatti per la IV Gamma materiali per il confezionamento basati su PLA e PBS, che sono prodotti da fonti rinnovabili, attraverso un miglioramento delle loro funzioni di barriera al vapore”.
Si rivela più ardua del previsto, questa fase di transizione del settore di IV Gamma da una tecnologia di conservazione plastic-based ad una che punta al plastic-free con obiettivo finale di un intero continente (quello europeo a 27, non più a 28), che vuole diventare carbon neutral entro il 2050.
Non si parla di bruscolini ma della medesima distanza (infinita) che esiste tra il dire e il fare e che rischia di avvicinarsi alla denuncia del rischio di uno stolido ‘bla bla bla politico’, lanciata da Greta Thurnberg al ‘Youth4Climate’, l’evento sul clima iniziato il 28 settembre e che ha coinvolto 400 giovani e attivisti provenienti da tutto il mondo.
Allo stato attuale, l’alternativa per i quartagammisti (se non viene concessa una proroga sulle scadenze per l’uso delle plastiche usa e getta, attualmente il 2022; già concessa in Francia) è: o farsi carico della plastic tax oppure farsi carico dei maggiori costi legati all’uso di plastica riciclata che è ancora merce rara sul mercato italiano (limitiamo la geografia dello scacchiere economico) perché non arrivano a 20 il totale degli impianti, esistenti in tutto il Paese, in grado di riciclare il PET, senza considerare che le importazioni sono molto limitate ed esose e non esistono tecnologie che garantiscano la shelf life del ready-to-eat o to-cook basate su packaging derivati da biomasse.
“Stiamo presentando in questi giorni – precisa Colelli – un progetto da sei milioni di euro per il bando Horizon, dei quali tre cofinanziati dai Partner. Il progetto si basa su 4 direttrici corrispondenti a 4 R: Reduce, Replace, Recycle, e Reuse. Allo studio anche la possibilità di mettere a punto sistemi di riciclo del polipropilene e del polistirene (tra gli altri) che possano dare prodotti utilizzabili per il contatto con gli alimenti e che possano quindi chiudere il ciclo, anche per i prodotti di IV gamma. Il polipropilene è un materiale che interessa molto la IV Gamma ma che, oltre ai limiti di legge (quello riciclato non può essere attualmente usato sugli alimenti), oggi presenta anche dei limiti sostanziali dal momento che non si ricicla bene avendo caratteristiche inferiori al materiale vergine. La ricerca che presentiamo punta ad un suo upgrade. Il Progetto prevede inoltre anche altri aspetti curati dai tanti centri di ricerca coinvolti. Uno di questi è quello di sviluppare materiali per il coating edule con proprietà barriera da applicare ai prodotti di IV gamma. Quando questo studio, della durata stimata di circa tre anni, arriverà a conclusione, si potrebbe iniziare a pensare anche a packaging, in questo caso secondari, per la IV gamma che utilizzano solo carta”. La proposta coinvolge 17 partner di vari Paesi europei, tra cui l’Università di Foggia ed altre aziende italiane, oltre che partner Olandesi, Danesi, Portoghesi, Austriaci, Serbi, e Greci (comprese una serie di aziende leader nel settore della IV gamma e dei prodotti lattiero-caseari).
Il progetto nasce all’interno dell’Azione COST Circul-a-bility”, progetto europeo di cooperazione nella scienza e tecnologia che punta a implementare il network europeo della ricerca ed a creare scambi tra scienziati.
Mariangela Latella