I Rivoira entrano nei succhi e negli snack di mele

A settembre Rivoira, azienda piemontese specializzata nella produzione di mele (con almeno 100 varietà al test), kiwi, piccoli frutti e adesso anche ciliegie con un progetto partito da 70 varietà allo studio, lancerà una linea di succhi e snack insieme a Noberasco e altri nuovi prodotti per fare il passo verso l’era 4.0 del settore della mela.
L’obiettivo del Gruppo Rivoira è spingere sui fondi PAC per fare il grande passo verso gli snack a base di mela e allo stesso tempo estendere le superfici dell’azienda che già adesso ha un business fa circa 100 milioni di euro l’anno di cui l’87% fatturato all’estero.
Nei nuovi prodotti snack, oltre ai succhi, saranno inserite anche delle mini mele da consumare on-the-go che accompagneranno il lancio delle Kissabel, versione piemontese, mele a buccia e polpa rossa, che saranno piantate l’anno prossimo.
Insomma, il gruppo piemontese guidato dai cugini Marco e Gualtiero Rivoira (nella foto), ha in corso una vera e propria rivoluzione hi-tech. “Nei nostri stabilimenti – spiega Marco Rivoira – sta spuntando una filiera della mela 4.0, più gustosa, senza pesticidi e trattata in stabilimenti super tecnologici che hanno permesso il concept della prima mela Gala a residuo zero”.
L’obiettivo dichiarato dal Gruppo piemontese è quello di diventare anche un leader nella trasformazione e nella produzione di succhi a base di mela e frutta in generale.
Con a disposizione calibratrici automatizzate, torri di conservazione, magazzini frigo, sale di confezionamento e impianti a radiofrequenza che selezionano la frutta in base a colore e qualità, i Rivoria stanno raddoppiando la superficie per accompagnare l’aumento produttivo che già registra una crescita dei volumi di circa il 19% l’anno.
“Gli incentivi delle politiche agricole comunitarie – precisa Rivoira – hanno fatto sì che la produzione su larga scala delle mele sia finita nell’Est Europeo, con la Polonia che ormai la fa da padrone. Rispetto a quelle produzioni noi non siamo più competitivi perché abbiamo costi fissi molto più alti e pertanto dobbiamo proporre frutti premium, prossimamente anche lavorati per il reparto di IV e V Gamma”.
Mariangela Latella

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