Fruttagel, il 2020 ha tenuto: in crescita bevande vegetali, derivati del pomodoro e Bio

Fruttagel, azienda cooperativa di trasformazione agroindustriale di Alfonsine (Ravenna), ha approvato nei giorni scorsi il bilancio 2020. Fatturato a quota 128,9 milioni di euro, in leggero calo rispetto all’anno precedente chiuso a 133,1 milioni, ed export stabile con il 6,9% del fatturato complessivo.
Bene il comparto del biologico che, nonostante le ridotte vendite nel foodservice, raggiunge i 31,2 milioni di euro. Confermato il piano di investimenti 2021 a quota 7,4 milioni di euro che si articolerà su diversi assi portanti: nuovo magazzino automatizzato, innovazione tecnologica, efficientamento produttivo, economia circolare.
“Fruttagel, come tutta la filiera agroalimentare italiana, ha saputo reagire con forza e determinazione a un anno molto complesso – sottolinea Stanislao Giuseppe Fabbrino (nella foto), presidente e amministratore delegato Fruttagel – garantendo continuità con la responsabilità di sempre. In questo contesto, siamo riusciti a realizzare il risultato di equilibrio pianificato grazie anche a una maggiore focalizzazione sulle aree di business a più alto valore aggiunto, al raggiungimento di maggiori efficienze produttive e al monitoraggio dei costi”.
Rispetto all’andamento dei diversi comparti, ottima la performance delle bevande vegetali (+17%) che valgono 9,7 milioni di euro e dei derivati del pomodoro, che segnano un incremento del +2% rispetto all’anno precedente, per un’incidenza sul fatturato di 18 milioni di euro. In leggero calo i vegetali surgelati, il cui fatturato 2020 ammonta a 60,6 milioni di euro (-3,6%), e il comparto succhi, bevande a base frutta e the che vale 38,1 milioni di euro. Le produzioni biologiche hanno sviluppato il 25% del totale del fatturato caratteristico, confermandosi strategiche per l’azienda ravennate che, insieme ai suoi soci agricoli, da anni interpreta positivamente questa tendenza di mercato sia come partner della distribuzione moderna, sia per i prodotti a marchio Almaverde Bio di cui è socio fondatore.
Come ogni anno, l’azienda di trasformazione ha realizzato la nuova edizione del Bilancio di Sostenibilità, con cui rendiconta il proprio impegno ambientale, sociale ed economico, quest’anno valutato da Bureau Veritas come eccellente ai sensi della norma ISO 26000 e delle Linee Guida GRI.
“Abbiamo davanti uno scenario assai incerto – conclude Fabbrino -, caratterizzato dalla flessione del potere di acquisto delle famiglie e da un significativo aumento dei costi delle materie prime, oltre che dalle difficoltà dell’agricoltura legate al cambiamento climatico. Tutta la filiera agroindustriale è chiamata a un rinnovato impegno nei confronti del consumatore che deve essere aiutato a sprecare meno e a consumare meglio, fornendo nuovi elementi di scelta che vadano oltre il prezzo del prodotto. Dobbiamo superare questo modello di consumo basato sul prezzo basso e sulla logica del massimo ribasso per evitare che le difficoltà di oggi possano segnare in maniera irreversibile il nostro settore”.

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