Giovedì 6 maggio, la Corte Suprema dell’Unione Europea ha confermato il divieto parziale di tre insetticidi dannosi per le api, vietandone l’uso su alcune colture e limitandone l’utilizzo alle sole serre. I principi attivi messi al bando sono i neonicotinoidi: Imidacloprid sviluppato da Bayer CropScience, Clothianidin sviluppato da Takeda Chemical Industries e Bayer CropScience, nonché Tiametossam di Syngenta.
Viene così respinto l’appello di Bayer, con cui la major dei fitofarmaci sperava di ribaltare la decisione emessa nel 2018 dal tribunale inferiore e risolvere una questione che pendeva sul tavolo della Commissione UE da un decennio.
Bayer che non ha mai smesso di ribadire la sicurezza dei prodotti che l’Europa ha definitivamente deciso di vietare e può comunque continuare a venderli in altre aree del mondo purché si applichino adeguate misure per mitigare la minaccia alla sopravvivenza delle api.
Già nel 2013 la Commissione Europea ne aveva vietato l’uso su mais, colza e alcuni cereali primaverili ma permetteva che potessero essere utilizzati per altre colture come, ad esempio, la barbabietola da zucchero. E, nonostante il divieto, diversi Stati Membri (Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Spagna, Finlandia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia) lo hanno aggirato concedendo ben 206 autorizzazioni di emergenza in deroga al divieto tra il 2013 e il 2019.
La Commissione, però, si è trovata successivamente a dovere riesaminare le proprie decisioni a seguito della perdita di intere colonie di api a causa dell’uso improprio di quei pesticidi. La difesa di Bayer, davanti alla Commissione UE, aveva puntato tutto sul fatto che non ci sono nuove conoscenze scientifiche sufficienti per giustificare le restrizioni e quindi escludendo la connessione tra la moria di api e l’uso dei pesticidi incriminati. In sostanza mancava il nesso di causalità. Nesso che però la suprema Corte di Giustizia Europea ha confermato nella sentenza di giovedì scorso condannando la Bayer anche al pagamento delle spese processuali.
La Bayer e la Syngenta, di proprietà di ChemChina, subito dopo il verdetto hanno sottolineato che il divieto di questi insetticidi comporterà che gli agricoltori torneranno ad usare prodotti chimici più vecchi e quindi in maggiori quantità perché meno efficaci.
Anche per proteggere le api, la Commissione UE ha proposto, con il New Green Deal, di ridurre del 50% l’uso di pesticidi chimici e del 20% quello dei fertilizzanti entro il 2030.
Mariangela Latella