Montagna, ecco perché Bonduelle è entrata in Filiera Italia

Bonduelle Italia entra nel progetto ‘Filiera Italia’ di Coldiretti, unendosi, per quanto riguarda il settore della IV Gamma agli altri due leader di mercato, ossia Ortoromi (secondo nel ranking della IV gamma a marca del produttore dopo Bonduelle, con il 2,4% circa) e La Linea Verde (terza, con una quota superiore all’1%).
L’ingresso di Bonduelle Italia è stato ratificato nell’ultimo consiglio di amministrazione di Filiera Italia che si è tenuto lo scorso venerdì 4 dicembre, al quale è intervenuto peraltro anche il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che ha sottolineato l’importanza strategica di questo settore, nonostante la crisi in cui sta versando soprattutto per la chiusura del canale horeca. Chiediamo un commento a caldo ad Andrea Montagna, amministratore delegato di Bonduelle Italia in un’intervista in esclusiva per Fresh Cut News.
– La prima domanda sorge spontanea, perché siete entrati in Filiera Italia?
“Devo dire che è stata una scelta abbastanza semplice e coerente con quello che Bonduelle è”.
– In che senso?
“La filiera da noi in Bonduelle, è molto stretta e il nostro compito è quello di fare un processo di valorizzazione del prodotto. In pratica, semplificando al massimo, prendi l’insalata, la lavi e la metti in busta. Se vuoi fare questo tipo di lavoro – solo apparentemente semplice – non puoi non farlo in un contesto di filiera. La nostra adesione a Filiera Italia dimostra che il nostro Gruppo ha saputo costruire rapporti leali e e premianti con l’agricoltura italiana, la cui eccellenza è parte integrante del nostro successo. Vogliamo impegnarci a valorizzare con sempre maggiore successo la ricchezza di biodiversità del nostro Paese”.
– Può essere più preciso?
“Bonduelle ha sempre dato molta importanza, ad esempio, alla qualità e alla tracciabilità che sono obiettivi comuni con Filiera Italia. Sicché, quando a fine estate, ci è stato proposto di entrare in Filiera Italia, abbiamo guardato il nostro statuto e abbiamo trovato che era coerente con il loro modo di operare e quindi non c’era contrapposizione di obiettivi, per cui abbiamo accettato”.
– Quali vantaggi si aspetta dall’adesione? Un tavolo privilegiato per dialogare con la politica? Nuovi canali commerciali?
“Nessun particolare vantaggio se non quello di scambiare esperienze e proposte con altre aziende italiane ‘di filiera’ . Se dobbiamo parlare di dialogo con il mondo della politica, Bonduelle ha già un tavolo aperto che è quello di Unione Italiana Food per quanto riguarda la parte industriale; mentre, per la parte agricola, il tavolo è quello aperto da UNAPROA. Per quanto riguarda i canali commerciali, come ben sa, Bonduelle è una multinazionale che opera in diversi Paesi. Considero l’ingresso in Filiera Italia come motivo di orgoglio e come preziosa occasione di confronto e scambio di idee  con le altre grandi realtà che vi partecipano. Penso a Cremonini, ad esempio, o alla Plasmon con l’intento di fare sempre meglio”.
– Ad esempio su che fronte?
“Come le dicevo: qualità, eccellenza, tracciabilita. Ma più in generale, in questa fase così delicata per il nostro Paese ritengo che ogni seria e costruttiva occasione di confronto consenta di fare rete, di portare conoscenza e innovazione trasversalmente ai settori. E’ il momento di unirsi tutti per il rilancio, di fare rete, i tavoli di confronto sono preziosi oggi più di ieri”.
– State pensando ad un progetto di Blockchain per la filiera di Bonduelle anche alla luce della massima attenzione che il ministro Patuanelli ha dichiarato ‘di voler porre sulle migliori tecnologie abilitanti che saranno individuate con una direttiva ministeriale per dare certezze agli imprenditori rispetto alle cose da fare’?
“Mi interessano i progetti di tracciabilità e, sul mercato, ci sono tante alternative. Noi, ad esempio, abbiamo avviato il progetto ‘L’insalata degli agricoltori?’ che riporta in evidenza la fotografia, il nome e il cognome di chi ha prodotto quella busta. Cerchiamo metodologie che siano impattanti sul consumatore”.
– Il fatto che dentro Filiera Italia ci siano anche Ortoromi e La Linea Verde, fa prevedere possibili sinergie con questi altri big della IV Gamma italiana, anche solo immaginando una possibile concentrazione della massa critica? Insomma, in che relazione vi ponete con loro?
“L’ingresso in Filiera Italia non prevede sinergie con altri produttori. Se ho delle soluzioni o delle proposte, le porto sul tavolo di Unione Italiana Food dove ne parlo anche con Cultiva, SanLidano e tutti gli altri associati. Per noi l’ingresso al progetto di Coldiretti nasce più dal desiderio di poter scambiare idee con altre aziende anche in funzione, ad esempio, di rafforzare la sostenibilità”.
– La vostra adesione potrebbe portare a nuovi prodotti, nuovi concept o – insisto – nuovi canali commerciali?
“Guardi, non lo so. La prima riunione è stata venerdì scorso. Vedremo come evolve il progetto. Mi auguro che sia una esperienza che porti elementi di riflessione nuovi e, dato il parterre, non ho dubbi che questo accadrà”.
Mariangela Latella

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