Dopo la denuncia della settimana scorsa sulla crisi della IV Gamma, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, fa il bilancio della situazione e affronta gli interventi urgenti che servirebbero per attutire quella che a tutti gli effetti, secondo gli operatori, si sta trasformando in una crisi strutturale. La timida ripresa delle vendite in GDO nelle ultime settimane, infatti, non sta compensando le perdite complessive del comparto a causa dell’andamento del mercato durante il Covid, che sarebbero stimate in circa 200 milioni di euro, pari ad una perdita media di fatturato del 20%.
– Presidente Giansanti, si può parlare di crisi strutturale?
“Bisogna avere il coraggio di dire che questo settore, che era uno dei fiori all’occhiello dell’agroalimentare italiano, sembra stia facendo passi indietro troppo velocemente”.
– Cosa c’è alla base di questo costo circuito?
“Da un punto di vista politico, va chiarito innanzitutto che il settore della IV Gamma, avendo aziende che hanno un fatturato superiore ai 5 milioni di euro per l’attività di valorizzazione, è stato escluso dagli aiuti agricoli, ma, per contro, ha subìto colpi peggiori del resto del mondo produttivo”.
– Quali le principali criticità?
“Innanzitutto, l’andamento altalenante della domanda. A marzo e aprile è stato proprio difficile programmare la produzione perché si passava da picchi di domanda, un giorno per l’altro, difficili da evadere, peraltro, a zero richieste. La Fase 2 poi ha portato a consumi leggermente più stabili ma si è tirata dietro gli strascichi della chiusura del canale horeca al punto che la ripresa delle vendite in GDO non ha compensato le perdite del settore. Con lo smart working e la chiusura di scuole e uffici, il ready-to-eat è stato meno utilizzato a favore dell’ortofrutta fresca”.
– Il dato italiano è in controtendenza rispetto a quello statunitense che, in tempi di Covid, ha visto lievitare le vendite di IV Gamma del 13-14% proprio perché considerato un prodotto altamente sicuro, visti i rigidi protocolli di produzione, e che garantisce meno sprechi al consumo. Ma, presidente Giansanti, su quali azioni state lavorando per sostenere il comparto?
“Abbiamo due strade. Da un lato puntiamo a recuperare aiuti rimasti inutilizzati nelle more dei decreti dell’emergenza, somme rimaste in sospeso tra le misure per l’agricoltura. In secondo luogo, chiediamo interventi nella prossima legge di bilancio anche in considerazione del fatto che quello del fresh-cut è un settore dinamico sia dal punto di vista tecnologico che della sostenibilità ambientale. Sarebbe opportuno ipotizzare anche dei percorsi premianti, da questo punto di vista”.
– Avete avuto confronti, su questi punti, con il ministero dell’Agricoltura?
“Abbiamo segnalato la crisi alla ministra Teresa Bellanova, nel mese di luglio. Siamo rimasti d’intesa di monitorare la situazione e di rivederci a settembre. Intendiamo ricontattarla entro la fine del mese per fare il punto della situazione. Auspichiamo anche l’intervento statale per garantire gli investimenti in ricerca e sviluppo che sono fondamentali per il settore”.
Mariangela Latella