Il calo di vendite di insalate in busta e, in generale di ortaggi di IV Gamma, è iniziato con il lockdown, quando i consumatori, programmando la spesa per più giorni, avevano orientato i loro acquisti verso prodotti più conservabili. Con la chiusura dei pubblici esercizi è poi venuta meno anche la domanda del segmento horeca.
Trend noti a noi e ai nostri lettori ma che un comunicato di oggi, 28 agosto, di Confagricoltura ribadisce. La situazione, che si auspicava temporanea, – si legge nella nota – è invece peggiorata. Confagricoltura fa sapere che il 30% delle famiglie ha ridotto i consumi di IV Gamma anche dopo la fase acuta della pandemia, e oltre il 10% di coloro che compravano insalate in busta ha abbandonato il prodotto (fonte: Monitor Ortofrutta).
Dopo la Fase 2, con alcune riaperture, le vendite sono rimaste comunque costantemente inferiori, intorno al 20%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ancora condizionate dalla debolezza della domanda del canale horeca. Il comparto – evidenzia Confagricoltura – vale oltre 1 miliardo di euro ed è caratterizzato da un trend trainante e innovativo che purtroppo ha registrato un improvviso stop a causa della pandemia. L’81% dei consumatori di ortaggi freschi compra verdure IV Gamma: insalate per il 74%; ortaggi pronti al consumo (carote baby, julienne etc.) per il 18% e altri prodotti da cuocere per l’8%. Le verdure di IV Gamma – ricorda sempre Confagricoltura – costituiscono il 16% del valore degli acquisti di ortaggi freschi delle famiglie italiane (fonte: Ismea)
Confagricoltura già a fine giugno si era fatta carico di segnalare le difficoltà del segmento produttivo, sollecitando il ministero dell’Agricoltura a prevedere l’attivazione delle più opportune misure di intervento per sostenere le imprese, anche facendo leva sul fondo emergenziale istituito dal Decreto Rilancio.
“È una situazione – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – che conferma le nostre preoccupazioni e l’urgenza di intervenire per ristabilire la redditività e la fiducia di un comparto che era decisamente in crescita e che ha subìto un colpo durissimo dallo squilibrio di mercato conseguente alla pandemia. Chiediamo quindi di valutare in maniera concertata gli interventi più idonei, come già previsto per altri settori”.
Preoccupazioni sono state sollevate, in un’intervista pubblicata oggi, anche dal presidente di UFI IV Gamma, Andrea Montagna, che ha parlato di produttori messi a dura prova, con margini molto bassi a fronte di costi fissi importanti. Montagna ritiene che le aziende agricole legate alla filiera della IV Gamma siano sottoposto a una pressione tale da rendere necessario il ricorso alla cassa integrazione.