Da Hexagro vertical farming per privati, supermercati e periferie urbane

Dalla cooperazione internazionale con progetti di vertical farming su scala industriale per aiutare i Paesi in via di Sviluppo, fino al progetto di vertical farming familiare con l’innovativa serra verticale Poty, lanciata all’inizio di luglio, che può essere installata in qualsiasi balcone o terrazzo.

È questo il core business Hexagro, azienda hi-tech nata nel 2017 e specializzata nel vertical farming che coniuga la ricerca tecnologica con progetti ad alto impatto sociale con l’obiettivo di cambiare gli attuali modelli di agricoltura nell’ottica della sostenibilità e della solidarietà.

Poty è l’ultimo nato e permette a chiunque di mettersi in gioco con un orto verticale. In Italia sarebbe una novità per le famiglie che di solito amano coltivarsi erbe aromatiche o semplici ortaggi sul balcone. Ma nello stesso tempo, può essere considerata anche una sorta di prova tecnica di vertical farming a portata di tutti, anche di singoli coltivatori ‘di professione’, dal momento che per tutto il sistema di Poty (che va dai 5 ai 10 moduli di coltivazione verticale) si spende una cifra che va dai 149 ai 199 euro.

“Poty è un orto verticale assemblabile come i mobili Ikea – spiega Alessandro Grampa (nella foto), co-founder di Hexagro -. In più, noi forniamo assistenza alla coltivazione in remoto, via chat, e forniamo le sementi di stagione. Stiamo trattando con alcuni vivai per la possibilità che forniscano ai clienti, eventualmente, le piante già germogliate”.

Tra gli obiettivi di Poty (che viene dopo lo sviluppo della prima serra verticale altamente tecnologica sviluppata da Hexagro e denominata Living Farming Tree, oggi installata alla periferia di Bogotà in Colombia, grazie alla partnership con un’azienda locale, la Siembra Vertical), c’è anche quello di fornire una risposta alla recente crisi causata dal Covid-19 in modo forte e concreto, per tracciare la rotta verso uno stile di vita più sostenibile e a contatto con la natura rivoluzionando il concetto di urban farming e creando una community che condivida i medesimi valori.

“Il progetto – chiosa Grampa – è in linea con la nostra mission aziendale di sviluppare sistemi di vertical farming e installarli nei Paesi in via di sviluppo che stanno affrontando le sfide del cambio climatico, come nel caso della Colombia, per mettere tutti nelle condizioni di accedere a cibo sano grazie a queste tecnologie. Il clima caldo e l’elevata esposizione solare, rende inutile l’uso di LED e quindi il costo di gestione dell’impianto rimane contenuto.”

L’attività di Hexagro è portata avanti anche attraverso collaborazioni con diverse ONG e in soli tre anni, ha ricevuto importanti riconoscimenti, dalla Ellen MacArthur Foundation e dalla Solar Impulse Foundation.
“Tutti i materiali con cui è costruito Poty – precisa Grampa -, sono riciclati e riciclabili e i moduli possono contenere fino a 40 piante. Entro settembre arriveremo a 100 piante in catalogo tra piccoli frutti, verdure a foglia e a frutto e piante aromatiche”.

Prossimi obiettivi: dar vita anche ad una piattaforma social, così da rendere il progetto Poty 50% digital e 50% offline e la costruzione di una foresta verticale in un centro commerciale del Gruppo Ceetrus a Milano. Non è solo un progetto di design ma anche uno strumento per assorbire CO2 anche se, precisa Grampa, “in quel caso, per annientare la carica inquinante delle emissioni della struttura, servirebbe una foresta verticale che occupasse pari spazio, in volume, del centro commerciale”.

Mariangela Latella

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