Il Centro Agroalimentare di Roma, CAR, punta a rifornire attraverso l’e-commerce e le consegne dirette operate da alcune delle aziende insediate, tutto il centro della capitale con referenze di IV Gamma prodotte al suo interno. Si tratta di un’inedita alleanza tra IV Gamma e Mercati all’ingrosso, nata grazie alla spinta dei servizi di logistica e di home delivery che i Centri Agroalimentari stanno sviluppando, in tempi di lockdown, per cercare di arginare le perdite derivate agli operatori dalla chiusura del canale horeca.
Il settore della IV Gamma in questi tempi di pandemia, sta navigando in acque torbide tendenti al burrascoso, a causa del rallentamento degli ordini da parte della GDO, del blocco dell’horeca e di svariati altri problemi tra i quali un surplus di prodotto stagionale da una parte e la carenza di manodopera dall’altra. Che cosa possono rappresentare i Centri Agroalimentari in tutto questo?
Lo chiediamo a Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, il network dei più grandi Centri Agroalimentari italiani, nonché direttore del CAR.
– Presidente Pallottini, i Centri Agroalimentari hanno il know how tecnologico per sviluppare un’alleanza con IV Gamma ed e-commerce?
“Tutta questa vicenda della pandemia ha rappresentato un clamoroso acceleratore di innovazione e di nuove opportunità di mercato ma non so cosa rimarrà di tutto questo, una volta che la situazione si sarà normalizzata”.
– In che senso?
“Il Covid ha acceso i riflettori su questo mondo che, tra mille difficoltà e rischi, continua a lavorare tutti i giorni anche quando, specie all’inizio, non funzionava nulla, ovvero nel caos che ha caratterizzato la prima parte dell’epidemia. Da presidente di Italmercati ho voluto lanciare un messaggio all’UE e anche all’Italia, che è stato accolto favorevolmente dalla ministra Bellanova e dall’on. De Castro”.
– Quale messaggio?
“Che non è che quando ci piacciono, i Mercati all’ingrosso sono belli e poi quando superiamo l’emergenza Covid i Mercati non ci interessano più. Bisogna che Bruxelles tenga conto di questa funzione, inserendoci nella PAC e facendoci sedere ai tavoli dove si prendono le decisioni per il settore”.
– I Centri Agroalimentari, nella loro accentuata veste anche di fornitori di servizi, oltre che di affittuari di spazi commerciali, possono assolvere alla crescente domanda di logistica di prossimità che sta esplodendo di pari passo al boom dell’e-commerce?
“Il discorso della logistica e delle consegne ha preso piede in maniera piuttosto forte, devo dire, specie tra gli operatori grossisti che lavorano con la ristorazione che, da un giorno all’altro, si sono ritrovati senza niente. Essendo ben attrezzati sul fronte logistico, hanno iniziato a fare forniture direttamente alle famiglie o anche, con attività di home delivery, per i ristoranti che prima rifornivano. Sulla vendita diretta alle famiglie, su Roma, siamo arrivati a circa un migliaio di consegne al giorno di prodotto fresco, meno del 5% del volume d’affari del solo canale horeca. Ma è un fenomeno nuovo che registro non solo a Roma ma su scala nazionale”.
– Avete pensato di offrire il vostro know-how e la vostra rete logistica a supporto delle start up dell’e-commerce di ortofrutta che si ritrovano ingolfate dalle richieste?
“Guardi, è già successo che ci siamo appoggiati a qualche start-up. Ho sempre sostenuto che chi vuole fare e-commerce dovrebbe basarsi sempre più dentro una struttura come un Centro agroalimentare. Qui è possibile trovare sia il prodotto disponibile e che gli strumenti operativi”.
– Ci sono progetti di rilancio della IV Gamma, soprattutto quella legata al canale Horeca, che è in forte rallentamento?
“Ci sono nostri operatori che stanno investendo per creare impianti di trasformazione di IV e V gamma dentro il CAR. Alcuni, come l’azienda Capecchi, sta investendo per ampliare di altri duemila mq gli impianti di trasformazione con l’obiettivo, generalizzato, di riuscire a rifornire tutto il centro di Roma”.
– Si tratta di nuovi operatori?
“No. Sono aziende che nascono dal mondo dell’ingrosso e che, pian piano, stanno mutando la propria attività verso una matrice più manifatturiera”.
– Può farci qualche altro esempio?
“L’azienda F.lli Staltari è un altro esempio. Ha sempre fatto commercio all’ingrosso di IV Gamma di frutta e ortaggi per la ristorazione e, da qualche anno, ha iniziato a preparare essa stessa le referenze che vende. Prima con prodotti basici come macedonie e insalate e oggi proponendo, per esempio, anche melanzane pronte da grigliare. Poi, sempre al CAR, si è inserita Conor, che è una storica azienda di commercializzazione di IV Gamma di frutta dell’Emilia-Romagna, già presente a Roma da 4-5 anni. Adesso ha anche un impianto di lavorazione dentro il Mercato”.
– Cosa vi auspicate dalla fase 2 dell’emergenza?
“Che quanto meno si sblocchi il canale horeca che ad oggi registra perdite del 95% e che rappresenta un terzo della nostra distribuzione all’ingrosso. Dentro questo terzo, la IV Gamma rappresenta un buon 20%. C’è una grande pressione perché venga sbloccato, anche solo ammettendo il servizio di asporto da parte degli esercizi di ristorazione. Ma non so valutare quanto varrà commercialmente una riapertura in tal senso. Sicuramente la ripresa sarà un processo graduale e non immediato. Pochi si soffermano peraltro su un dato molto importante che è quello del turismo”.
– In che senso?
“Una fetta grande della ristorazione è legata al turismo. Che ha anche un suo peso per la IV Gamma. Se non riprende il turismo non riesco ad immaginare quale volano economico possa generarsi. A Roma il 10-15% della domanda di ortofrutta veniva dal turismo, ma penso che il dato sia traslabile su tutto il Paese”.
Mariangela Latella