In forte sofferenza il settore della IV Gamma di frutta esotica. Praticamente è saltata la campagna primaverile a causa del ‘blocco Covid’ con perdite che per McGarlet – l’azienda bergamasca leader nel settore della frutta esotica sia di prima che di IV Gamma – sono ad oggi del 50% per la sola IV Gamma.
Il patron Luca Garletti però non si arrende alle difficoltà e rilancia, anche in tempi di navigazione a vista, con una nuova referenza di succo, uno ‘shottino’ di frutta, a base di curcuma, ginger e lime, tutti super food in grado di rafforzare, in maniera naturale, il sistema immunitario.
“Lo inizieremo a proporre alla GDO dalla prossima settimana – ci anticipa Garletti -. L’ideale per un prodotto del genere è trovargli spazio nei frigo delle avancasse. Ma, in questo momento, chi si prende la briga di organizzare gli spazi dei supermercati con la maggior parte dei category manager in smart working?”.
– Come state dunque affrontando l’emergenza Covid?
“Che vuole – sbotta Garletti -, siamo a 5 chilometri da Alzano Lombardo, la zona rossa, quella ‘cattiva’. Ancora fino a ieri abbiamo continuato a vedere file di camion che portavano via le bare”.
Prende il fiato, qualche secondo di silenzio e poi riprende più deciso, da combattente: “Non c’è chiarezza di nulla. È vero che la tensione si è allentata ma la situazione è ancora molto problematica”.
– Quali sono le criticità principali?
“C’è innanzitutto un problema di liquidità delle aziende. Al momento non abbiamo ancora la misura esatta, guardando in prospettiva, di cosa ci troveremo ad affrontare nei prossimi mesi. Navighiamo giorno per giorno, qualsiasi progettualità è in difficoltà”.
– In particolare che cosa?
“Per esempio, il nostro magazzino succhi è completamente fermo perché, di fatto, si è fermata la richiesta di prodotto. Nonostante questo usciremo la settimana prossima con il nuovo shottino e vediamo come risponderà il mercato. Nel frattempo, però, rimettiamo in moto le macchine ”.
– Come vanno le vendite?
“Sulla IV Gamma perdiamo il 50%. Sulla frutta esotica in genere, circa il 30%. Prodotti quali granadilla, maracuja, carambola, che vendevamo esclusivamente alla ristorazione, adesso sono bloccati”.
– Riesce a vedere in prospettiva gli sviluppi possibili per la sua azienda?
“Difficile arrivare a immaginare cosa sarà a fine anno. Adesso abbiamo davanti l’emergenza, la necessità di affrontare ora problemi seri”.
– Tipo?
“Le nostre importazioni sono legate a Paesi produttori che stanno iniziando a bloccarsi adesso per il Covid. Il Perù, ad esempio, è stato appena bloccato; la Colombia, chiusa. Non riusciamo a capire come potrebbe svilupparsi l’onda del contagio in questi Paesi. Sta arrivando adesso e sembra avere caratteristiche diverse. In America Latina, ad esempio, sembra che i più coinvolti siano i giovani”.
– Come contribuite alle gravi difficoltà della vostra comunità, tra le più colpite dal Covid?
“Stiamo collaborando con l’Ospedale Papa Giovanni e l’Ospedale Alpini di Bergamo. Mandiamo le nostre macedonie per medici, infermieri e pazienti che sono sotto stress e che stanno gestendo, complessivamente, 700 posti di terapia intensiva senza staccare mai”.
– Quali soluzioni vede all’emergenza?
“Le persone che beneficiano del reddito di cittadinanza, vadano a lavorare in agricoltura dove c’è bisogno. L’agricoltura può diventare il vero ammortizzatore sociale. Prima di indebitarsi, il Paese, inoltre, dovrebbe procedere ad una seria spending review come non s’è mai fatta. I tribunali sono chiusi per 40 giorni? Che si taglino gli stipendi al personale che non lavora. I politici, poi, devono dare per primi l’immagine di austerità e tutti i privilegi dovrebbero essere tagliati. Prima di fare investimenti, normalmente si comincia a togliere il superfluo per chiedere poi meno soldi alle banche. È buon senso. Mio nonno diceva che in tempi di guerra bisogna abituarsi ad avere le scarpe strette. Ecco, penso che dobbiamo abituarci a questo”.
Mariangela Latella