CREA, un vaccino contro la botrite (Efficace anche per la cimice asiatica?)

La botrite, uno dei più importanti patogeni fungini conosciuto soprattutto per i danni per oltre 100 milioni di euro che sta causando alla viticoltura europea, attacca anche fagioli, lattuga, broccoli, piccoli frutti (fragole, lamponi, more ecc), provocando problemi, soprattutto nel post raccolta.

Il CREA, con il suo Centro di Ricerca per la Viticoltura e l’Enologia, ha messo a punto una sorta di vaccino che consente alle piante di difendersi. Lo studio, pubblicato su Biomolecules, è stato condotto nell’ambito del progetto Bioprime, finanziato dal MIPAAF.

Il vaccino viene prodotto naturalmente in laboratorio, attraverso fermentazione batterica l‘RNA, una molecola polimerica (ossia una macromolecola) naturale, implicata in vari ruoli biologici e presente in ogni organismo vivente. Questa, una volta applicata alla pianta o sui frutti in post-raccolta, induce la formazione di molecole specifiche da parte della pianta, che, comportandosi in modo simile agli anticorpi degli animali, rispondono quando quel patogeno attacca la pianta e ne bloccano la crescita.

 

Si tratta, quindi, di un metodo sostenibile, in grado di agire solo su un singolo patogeno, senza che tutti gli altri microorganismi associati alla pianta ne vengano in nessun modo intaccati.

Questo è solo l’inizio: “La botrite è stato un modo di provare la validità del metodo poiché permette degli esperimenti rapidi e facilmente controllabili”, hanno affermato Walter Chitarra e Luca Nerva, ricercatori CREA che hanno coordinato lo studio. “Visti i risultati positivi – hanno continuato i due – stiamo per applicare il metodo contro il mal dell’esca e contro la cimice asiatica (in concerto con gli entomologi dell’Università di Padova). Per ora, abbiamo effettuato un primo test con cimici allevate su piante di pomodoro e i risultati sono molto promettenti. La mortalità delle cimici sulle piante vaccinate era quasi il doppio rispetto alle piante controllo. Entro l’estate contiamo di completare questo lavoro ed iniziare le sperimentazioni sul mal dell’esca”.

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