La crescita del consumo di insalate e frutta esotica è il principale driver che guida lo sviluppo del mercato della coltura idroponica in tutto il mondo. Oltre a questo anche il fatto che garantisce tempi di sviluppo delle piante due volte più veloci rispetto alle colture tradizionali, a fronte di un minor consumo di suolo e di input, (primo fra tutti quello idrico), Risponde, inoltre, al fabbisogno crescente sicurezza di alimentare, permette di controllare il rischio climatico e beneficia dell’effetto booming del vertical farming con cui può ben viaggiare in doppietta.
Secondo le previsioni del Global Hydroponics Market Industry Analysis and Forecast (2018-2026) appena pubblicato da Maximize market research, questo settore ha raggiunto un giro d’affari nel 2017 di 22,6 miliardi di dollari ma si prevede che da qui al 2026 possa raggiungere i quasi 40 miliardi con un tasso di crescita annuo composto del 6.61%.
Il segmento dei sistemi idroponici aggregati (cosiddetta cultura agroponica che impiega dei mezzi solidi e inerti per fornire supporto alle piante come ad esempio il cocco, la perlite, la torba, la lana di roccia, la sabbia o la segatura), sarà quello che conquisterà una maggiore quota del mercato globale delle colture idroponiche anche perché impiega tecniche più comunemente usate come il riciclo dell’acqua o il recupero delle soluzioni nutritive utilizzate
Ma con lo svilupparsi del settore, si prevede un forte incremento del segmento dei sistemi cosiddetti idroponici liquidi che si basano su un maggiore controllo dell’acqua, dei nutrienti disponibili e dell’ossigeno.
Fra i fattori che rallentano la crescita di questo mercato, per contro, c’è innanzitutto il vero e proprio cambio di marcia sulle tecniche colturali ma anche i grandi investimenti in ricerca e sviluppo; gli alti costi di installazione e, non da ultimo, una mancanza di conoscenza del settore.
Il Global Hydroponics Market Industry Analysis and Forecast (2018-2026) individua l’Europa come l’area di mercato che arriverà a detenere la maggiore quota di mercato di questo settore nel periodo preso in esame anche per il crescente progresso tecnologico nell’Unione. Per contro, il Nord America è quello che registra un tasso di crescita maggiore per via della maggiore diffusione di queste tecniche colturali
Le potenzialità espresse dal continente asiatico invece, sono legate soprattutto all’aumento del reddito procapite ed al progressivo aggiornamento del settore primario verso cui sono orientati tutti i principali Paesi produttori, come l’India e la Cina.
Secondo il primo Global Hydroponic market report, anche questo di recente pubblicazione da parte di KD Market Insights: “La terra ha perso un terzo della sua terra arabile a causa dell’urbanizzazione, dell’industrializzazione, dell’erosione o dell’inquinamento negli ultimi 40 anni e questa riduzione della terra arabile è destinata a crescere nei prossimi anni”. Questa situazione ha reso più cogente la necessità di sviluppare metodi di coltivazione alternativi più efficienti ed efficaci rispetto a quelli tradizionali come la coltura idroponica o l’acquaponica. Soprattutto per cultivar come gli ortaggi a foglia, le microgreens, pomodoro, peperoni, erbe officinali, cetrioli, cannabis terapeutica e persino frutta esotica.
Punta su questo settore anche il World Food Programme (WFP) delle Nazioni Unite che ha messo in piedi un progetto che punta alla coltura idroponica per sviluppare produzioni in luoghi impensati, come il deserto, combattere la scarsità di cibo e porre fine alla fame nel mondo entro il 2030.
L’iniziativa fa parte di H2Grow che attualmente sponsorizza sette progetti in tutto il mondo, dai campi profughi in Ciad ai bassifondi del deserto in Perù, mantenendo l’investimento iniziale sotto il 100mila dollari.
Le unità H2Grow più tecnologicamente avanzate sono i Food Computer sviluppati per i rifugiati siriani nel campo profughi di Azraq ad est di Amman, in Giordania. Il Food Computer utilizza sensori per monitorare il clima, l’energia e la crescita delle piante all’interno di una camera di coltivazione specializzata. Alimentato da un ‘Raspberry Pi’, il sistema tiene traccia di dati sulla temperatura, l’umidità, l’ossigeno disciolto e il consumo di minerali per raggiungere un potenziale di crescita ottimale. Il WFP è supportato nello sviluppo dei Food Computer da ricercatori del Massachusetts Institute for Technology e dell’Agenzia per la cooperazione tecnica e lo sviluppo.
Tra i key players che operano nel settore idroponico ci sono Hydrofarm Inc; Lumigrow Inc.; Argus Control Systems Ltd.; General Hydroponics Inc.; Hydrodynamics International Inc; Greentech Agro Inc.; Heliospectra AB; Logiqs B.V; Koninklijke Philips NV; Thanet Earth; Pegasus Agritech; Growlife; Circle Fresh Farms; KUBO Greenhouse Projects; HortiMaX e Terra Tech.
Mariangela Latella