In soli sette mesi, con le referenze di Be Bio, Bonduelle Italia ha raggiunto una quota di mercato del 4% nel settore della IV Gamma certificata. Una vera e propria rivoluzione nel Fresh Cut italiano, guidata dall’evoluzione dell’offerta, fino a due anni fa, totalmente dominata dalla private label che ancora oggi detiene l’86% dello share delle insalate in busta bio mentre raggiunge il 61% nel mercato complessivo di IV Gamma, ossia a peso imposto.
Ne parla a Fresh Cut News Gianfranco D’Amico, amministratore delegato della multinazionale leader nel settore dei prodotti Fresh Cut, che ci spiega come ha portato la sua azienda a superare, sia pur di poco, la quota che il bio ha sul mercato del food in generale e che oggi è del 3,7%.
“Abbiamo iniziato – spiega D’Amico – con materie prime base del mercato come lattughino e rucola ma anche carote e red mustard, esclusive per il nostro mercato . La cosa interessante è la forte crescita di questo segmento, che oggi vale il 6% del nostro fatturato e che vede nel ‘Mix Sfizioso’ il prodotto più venduto. Siamo partiti con un’offerta molto ristretta e abbiamo già aggiunto due nuove referenze. Abbiamo appena lanciato l’ultima, ad esempio, la prima referenza italiana di Spinaci Bio e stiamo studiando due nuove offerte in termini di mix da lanciare nei prossimi mesi. Stiamo lavorando per provare a trasformare un prodotto con caratteristiche di filiera rilevanti e per dare al consumatore una risposta in termini di valore”.
Per avere una misura della rivoluzione del bio che Bonduelle sta portando nel settore della IV Gamma italiana basti pensare che mentre complessivamente il fresh cut cresce del 4% l’anno, quello certificato fa passi da gigante e viaggia intorno al 30% l’anno anche se, in termini reali, siamo ancora al 2% delle superfici coltivate dall’azienda.
“Il punto interessante – precisa D’Amico – è che a guidare questo boom, è un’offerta innovativa di prodotti di marca nel biologico, differenti anche nel packaging. Siamo consapevoli che non arriveremo al 40% del mercato ma dal 4% in poi ci sono sicuramente margini di crescita interessanti che si possono sviluppare solo se si offrono al consumatore quegli standard qualitativi importanti che ci si aspetta da un prodotto di questo genere. Peraltro, anche se siamo ancora su numeri bassi, è appurato che il segmento bio fa da driver alla crescita dei consumi di IV Gamma da parte delle famiglie”.
La penetrazione per il bio fresh cut in particolare è cresciuta fino ad arrivare al 16,6% delle famiglie a fronte di una penetrazione generale per la IV Gamma che è del 78,7% (+1% in un anno). Oggi da 4 a 4,7 milioni di famiglie italiane consumano prodotti freschi convenience certificati. Le famiglie del Nord-Ovest sono quelle più attente a questo segmento con un indice di penetrazione di 140 che fa da controcanto alla sostanziale inesistenza del mercato al Sud.
Mariangela Latella